Occhio alla penna! Bryan Fuller



Pubblicato su Telefilm Magazine n° 44, ottobre 2008, rubrica "Occhio alla penna"


La carriera di sceneggiatore di Bryan Fuller è casuale quanto folgorante e il suo nome è associato a molte serie cult degli ultimi anni. Per la geniale creatività, la predilezione per il fantastico, la personalissima poetica, è visto da alcuni come il nuovo Joss Whedon.


Fan accanito di Star Trek, un bel giorno si rende conto di averne afferrato i meccanismi narrativi e invia uno spec script alla produzione. Il suo primo tentativo è apprezzato e il giovane Bryan è chiamato a scrivere per Deep Space 9 e Voyager, suoi miti di sempre. E' il 1997: alla scuola di Star Trek, Fuller impara i trucchi del mestiere. Poi procede per la sua strada.

Da suoi concept originali nascono Dead like me (2003-04), Wonderfalls (2004), Pushing daisies (2007). Scrive il TV movie di Carrie (2002), dal bestseller di Stephen King. E' executive producer e sceneggiatore del pilot di The amazing screw-on head (2006), progetto di serie d'animazione tratta dal fumetto di Mike Mignola, e della stagione 1 di Heroes (2006-07), per cui si prende carico del personaggio di Claire, la cheerleader.


Un'originalissima vena macabra distingue tutte le creazioni di Fuller. I protagonisti dei suoi show sono per lo più... morti. Sono tornati magicamente in vita, o incaricati di traghettare le anime dei morituri, o zombie; non a caso la sua casa di produzione si chiama The Living Dead Guy. Temi ricorrenti sono gli interrogativi filosofici sulla vita dopo la morte e sul destino di ognuno nell'universo, uniti a una forte spiritualità, il tutto sempre condito da irresistibile humour nero.

La sua carriera è costellata da aspre battaglie con i network. Si batte contro i bassi budget a disposizione e, gay dichiarato, contro i pregiudizi dei vertici che l'ostacolano nella rappresentazione dell'omosessualità. Poco incline al compromesso, abbandona Dead a metà della 1° stagione (nelle successive il personaggio gay diventa etero), mentre Wonderfalls riceve un prematuro stop dopo solo 5 episodi, anche a causa di una controversa scena d'amore lesbo (esce in DVD ridimensionato a miniserie in 13 capitoli). Fuller non lascia invece Heroes, anche se viene tagliata la parte in cui Zach rivela la sua omosessualità.

Finalmente il favore del pubblico e il riconoscimento della critica si uniscono alla piena libertà creativa con Pushing Daisies, nominato a 12 Emmy e ora alla 2° stagione. Qui i temi a lui più cari si mescolano a un'innocente vena romantica, enfatizzata dagli iperrealisti décor anni '50, dando vita a un inedito, fiabesco connubio di eros e thanathos.



Always look at the bright side of life...


Se non avete visto gli ultimi episodi di Grey's Anatomy e siete ancora preda dell'angoscioso, amletico interrogativo "Amore o Tumore?", potete state tranquilli. Jack era veramente innamorato di Mary. Non la ha sposata solo perché la malattia ha modificato il suo comportamento.

Ebbene si: era amore, non tumore.
Ma poi lui muore.
E' l'ottimismo stile Grey's anatomy.

Mi ricorda una vecchia vignetta di Matt Groening:
"Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?"
"Mezzo pieno. Ma c'è una mosca dentro".