Gregory House, House M.D.
Risposte ai problemi della vita, # 7
Gregory House, House M.D.
Heroes e l'11 Settembre. La teoria di una telespettatrice complottista

"At first, the world will mourn. They'll be united in grief. And then, they'll just be united".
Nathan Petrelli
Un uomo molto ricco e potente, manovratore di politici, avvertito dell'imminente esplosione che raderà al suolo New York, decide di lasciare che avvenga. Per poi sfruttare il clima di terrore e disperazione della nazione, facendo di un uomo politico in declino il leader della ricostruzione, l'uomo che ridarà speranza a una nazione ferita. La popolazione si unirà attorno a lui, la sua popolarità e il potere dell'establishment saranno enormi: ogni dissenso sarà spontaneamente messo da parte, non ci sarà spazio per le critiche. L'odio per i responsabili della tragedia, dei “diversi” nascosti tra gli americani, legittimerà il controllo sociale, l'uso della forza e la caccia alle streghe contro tutti i diversi.
Di cosa sto parlando? Di Heroes, naturalmente. Del diabolico piano di Linderman, dell'ascesa al potere di Nathan Petrelli, della politica di repressione e sospetto verso tutti gli uomini con poteri speciali. Perché, pensavate a qualcos'altro?!?
... anche voi?
Effettivamente, il tutto suona familiare, incredibilmente simile agli avvenimenti legati all'11 Settembre 2001. E a una certa lettura, non ufficiale ma ormai sempre più diffusa, di quegli avvenimenti. Pensateci: l'esplosione di New York; l'improvvisa popolarità di Bush; la limitazione dei diritti civili; il sospetto generalizzato verso tutti i dissidenti, gli stranieri, i “diversi”.
Se ancora non siete convinti, potete guardare, nell'episodio 20, la scena della commemorazione ufficiale delle vittime in occasione dell'anniversario della strage, con la bandiera americana sulle macerie di Manhattan... impossibile non pensare a Ground Zero.
Ecco allora svelato, a mio parere, uno dei motivi del successo americano del telefilm: Heroes è il grande sogno ad occhi aperti collettivo di una nazione ferita, il sogno di poter tornare indietro nel tempo e impedire la tragedia delle Twin Towers... con l'aiuto di un gruppo di supereroi.
Non sarebbe bello se un uomo volante, un artista preveggente e un impiegato in grado di piegare il continum spazio-temporale riuscissero a portarci indietro nel tempo e cancellare l'11 Settembre dalla storia? Non solo le vittime dell'esplosione sarebbero ancora vive, ma il mondo intero sarebbe un posto migliore. Questa è probabilmente la più grande fantasia americana del momento. Se escludiamo quelle che riguardano Jessica Alba e Angelina Jolie.
Un ultimo spunto di riflessione: è proprio nei giorni immediatamente successivi all'11 Settembre che si è iniziato a parlare di "heroes". Erano i pompieri morti nelle torri gemelle tentando di salvare chi non poteva essere salvato. Heroes che cercavano coraggiosamente di impedire l'inevitabile.
Risposte ai problemi della vita, # 6
Hank Moody, Californication
XXX Files. Le avventure di uno scrittore in crisi in una LA più calda che mai

Duchovny torna sul piccolo schermo nei panni, spesso e volentieri succinti, di Hank Moody, scrittore newyorchese trapiantato suo malgrado a Los Angeles. Hank è in crisi creativa dopo che il suo ultimo romanzo "God hates us all" è stato trasformato in uno stucchevole film hollywoodiano intitolato "Crazy little thing called love" e in crisi esistenziale dopo che la sua compagna di una vita l'ha lasciato per un altro uomo. Ma niente paura, non si tratta di un dramma deprimente sul blocco dello scrittore, la crisi di mezza età, le aspirazioni fallite da annegare nell'alcool. Perché, come il titolo della serie lascia ben intuire, il nostro Hank non si consola solo con il whisky...

Ma a Hank perdoniamo volentieri tutto. E ci troviamo anche a fare il tifo per lui, per la leggerezza con cui sembra vivere ogni cosa, sempre pronto a ridere di quello che gli succede, perseguendo l'autodistruzione con la battuta pronta (che gli costa immancabilmente un occhio nero) e il sorriso sulle labbra. E' la leggerezza di chi è disperato e pensa di non avere più nulla da perdere. Perché ha già perso tutto: la sua famiglia.

Attorno a lui, un gran bel cast: l'ex compagna ha il viso bello e intelligente di Natascha McElhone, l'amante ribelle di Truman Show; la figlia è Madeleine Martin, dolce e punk al tempo stesso; l'ambigua figlia del capo è Madeline Zima, ex brava bambina di La Tata; l'agente letterario in vena di sperimentazioni sessuali è Evan Handler, già marito di Charlotte in SETC.
I 12 episodi della prima stagione, appena conclusa, sono un mix riuscito di dramedy sentimentale, farsa comica ed esplorazione senza pudori dei costumi sessuali di una nazione, la superficialissima California del Sud.
Una sorta di Sex and the city al maschile, in cui è un uomo, questa volta, a darsi da fare in città. Con il pensiero mai sopito che la persona giusta sia la prima di tutta la lunga schiera, l'ex compagna, che sembra ormai irraggiungibile. Come lo era Mister Big...
Di SETC Californication riprende l'approccio esplicito e senza censure al sesso, spingendosi, se possibile, anche qualche passo oltre. L'onirica sequenza d'apertura del primo episodio illustra efficacemente il punto. I puritani sono avvertiti.
Strike! Il delirio di una telespettatrice terrorizzata dallo sciopero degli sceneggiatori

1° settimana di sciopero. Comincia l'ansia dello spettatore che non sa quanti episodi del suo telefilm preferito gli restano ancora da vedere. Palpitazioni, sudorazione intensa, attacchi di panico, nei casi più gravi gli appare in sogno Dr. House e somministra 10 mm di atropina.
2° settimana. Le prime vittime: serie seguitissime sono troncate a metà. I fan più accaniti si rifiutano di credere alla fine e a dispetto di tutto aspettano ostinati l'avvento del prossimo episodio, come Linus con il Grande Cocomero.
3° settimana. Al posto di Lost mandano in onda le repliche di La casa nella prateria. I soliti fan accaniti si convincono che è una geniale trovata degli sceneggiatori: un'allucinazione di massa, variazione sul tema della classica puntata col personaggio che si addormenta e si risveglia nel passato per poi scoprire che è tutto un sogno. A conferma, cercano somiglianze tra John Locke e Charles Ingalls. A sorpresa, le trovano: due uomini di fede, due leader morali delle rispettive comunità...
4° settimana. Altri show si interrompono bruscamente. Molti ne approfittano per guardare programmi registrati e accumulati negli ultimi sei mesi nei loro TiVo. Molti scoprono che se non li avevano guardati al momento c'era un motivo.
5° settimana. Con CSI fuori onda, termina il corso di aggiornamento per criminali: a corto di trucchi per nascondere le tracce, a centinaia vengono arrestati dalla scientifica.
6° settimana. Di fronte all'ennesima replica di Sanford & Son, qualcuno prova a leggere un libro, qualcuno si da al giardinaggio, qualcuno si toglie la vita. Qualcun'altro scopre di non averne una e guarda l'ennesima replica di Sanford & Son.
7° settimana. In tutto il paese, centinaia di invasati si aggirano per i corridoi degli ospedali: insistono per parlare con le infermiere di lupus e malattie autoimmuni, somministrano epinefrina, cercano di flirtare con medici attraenti.
8° settimana. Mr. Smith corona il suo sogno e finalmente riesce a rivedere quella vecchissima puntata di Arcibaldo che pensava non avrebbero mai più trasmesso in TV. Tutti gli altri partecipano a quello che sarà ricordato come il grande boom delle nascite del 2008.
9° settimana. Una folla inferocita si riversa per le strade con i forconi in mano e, in puro stile cittadinanza di Springfield, decide di bruciare il più vicino osservatorio.
10° settimana...
Piccola Parentesi Personale. La lotta interiore di una spettatrice sempre più rammollita

Non mi era chiaro il motivo di questa mia nuova, incomprensibile, insopportabile partecipazione emotiva del giovedì... La luna in capricorno? Saturno contro? Troppo vino? Ho una seconda personalità ed è una rammollita (praticamente il contrario di Niki in Heroes)?
Ma poi ho capito. Giovedì a Milano è la sera delle conferenze alla Design Library. Il mio designer di casa, messo davanti alla drammatica scelta tra una serie sulle disgrazie di medici e pazienti di un ospedale fittizio e una serie di arzilli architetti che parlano dei loro giorni di gloria, ha scelto la seconda... in 3 secondi netti. E tutto è cambiato...
Finora avevo avuto accanto lui che, con raro cinismo, in ogni momento drammatico riusciva a rovinare tutto il pathos con una insulsa battutaccia. E ne aveva sempre pronta una peggiore appena sentiva odore di romanticismo. Un tempismo ammirevole.
Era lui il mio antidoto. Ora non sono più immune.
Ma non voglio farmi coinvolgere dalle disgrazie di Meredith & Co. Aiuto!
Intubatemi. 10 milligrammi di atropina, presto! Mi sto perdendo...
Ora del decesso del mio cinismo: 21.30. Di giovedì, naturalmente.
Risposte ai problemi della vita, # 5
Mr. Linderman, Heroes
Dirt. Il piacere proibito di una telespettatrice morbosa

Se siete sempre stati attratti dal lato oscuro della forza.
Se da piccoli amavate Crudelia Demon.
Se la pensate come Mark Twain che apprezzava il paradiso per il clima ma gli preferiva l'inferno per la compagnia.
Se poi siete anche i tipi che si divertono con le riviste più pettegole e godono nello scoprire chi ha tradito, chi si è spogliato, chi - orrore! - è ingrassato... beh, sicuramente lo conoscete già e non ne avete perso neanche un minuto. Perché Dirt è ambientato nel sordido mondo della stampa scandalistica.
Chi ha visto i primi due episodi sa che la protagonista è l'algida Lucy Spiller, direttrice della rivista "Dirt Now!" - un nome un programma. E che non si ferma davanti a nessuna bassezza per ottenere i suoi scoop.
Lucy vive per il lavoro, in un mondo di squali in cui è allo stesso tempo carnefice, con i suoi scoop, e vittima, perché al primo passo falso c'è già chi è pronto a prendere il suo posto.
Ma anche lei ha, in fondo, un lato umano: così, dopo ogni battaglia vinta con l'ennesimo colpo basso, la vediamo la sera nella sua splendida casa, in compagnia del suo fedele... vibratore (una presenza importante nello show, forse sarà candidato a un Emmy, poi l'immancabile spinoff).
Ora, io non rientro nei lettori di questi giornali, non ho mai neanche guardato un reality, non conosco nomi e non riconosco facce dei vari vip televisivi italiani... ma inspiegabilmente, o forse proprio per questa mia lunga astinenza dal pettegolezzo mediatico, provo un piacere morboso nel guardare Dirt. Ecco, ho fatto outing. E non mi discolperò dicendo che è un telefilm bellissimo e che è scritto così bene che è impossibile resistergli; anzi ammetto che i personaggi non sono abbastanza riusciti e si sfiora pericolosamente il trash. Insomma, c'è di meglio in TV e non so se vedremo mai una seconda stagione di Dirt. Eppure...
Non so voi, ma è con un misto di orrore e fascinazione che io guardo Lucy ordire tranelli, corrompere e ricorrere ad ogni tipo di meschinità. Seminando vittime in un mondo, quello dello spettacolo, in cui l'immagine è tutto e una foto rubata può decidere la vita o la morte di una star.
E' un po' come guardare quei documentari con il coccodrillo che in 10 secondi fa a pezzi la gazzella...
Aiuto, credo che il lato oscuro stia prendendo il sopravvento dentro di me. Datemi un casco nero e una spada laser.
Risposte ai problemi della vita, # 4
Samantha Jones, Sex & the City
Scrubs: "Your world's become a musical, and your doctors speak in rhymes!"

Lo guardo per il suo gusto surreale e per il mix perfetto di comicità e sentimento.
E perché anche in un episodio poco riuscito arriva sempre a tradimento qualche battuta che mi fa sganasciare dalle risate.
Il tutto senza mai dovermi sorbire quelle insopportabili risate off.
La mia fedeltà è stata ancora una volta ricompensata oggi pomeriggio, quando ho guardato le repliche degli ultimi due episodi su MTV e ho avuto il piacere di assistere... all'episodio musical.
Ora i fan di Buffy diranno che il primo show a sorprendere i telespettatori con questo improvviso cambio di genere è stato quello dell'ammazzavampiri che, tra l'altro, vantava grandi canzoni e interpreti insospettabilmente dotati. Prima che mi piantino un paletto nel cuore, però, vorrei sottolineare che il passaggio al musical è anche perfettamente in linea con lo stile surreale di Scrubs. Che, non a caso, in passato si è anche cimentato con l'episodio sitcom, questa volta sì, con tanto di risate off.
Una paziente si ricovera all'Ospedale del Sacro Cuore lamentandosi di sentire le voci. E queste voci cantano. Si scoprirà solo alla fine che ha un grave aneurisma che le altera le percezioni.
Nel frattempo tutti i diversi plot si sviluppano in musica, con dialoghi cantati, rigorosamente in rima, e qualche buffa coreografia ospedaliera nelle scene corali.
I momenti migliori:
"Welcome to sacred Heart", il tipico numero corale d'apertura, con tutto il personale che canta e balla per strada
"Everything comes down to poo", con vari pazienti che si rivolgono a JD per i più svariati problemi e si sentono rispondere sempre con la stessa formula magica:
- I was shot
- Check the poo
"Guy love" in cui JD e Turk si dichiarano il loro folle, eterno, sdolcinato ma platonico amore.
Mi chiedo: è l'inizio di una moda? Il musical è un espediente efficace per dare un po' di pepe a uno show in onda da tempo... Assisterermo presto a CSI musical? O preferireste vedere Lost musical?
Risposte ai problemi della vita, # 3
Lorelai Gilmore, Una mamma per amica
... alla figlia che la rimprovera per aver messo il ketchup sulla pizza
Doppio episodio con sorpresa. Il pentimento di una telespettatrice cinica

Perché in questo doppio episodio tutti i personaggi mostravano il loro lato più umano... (primo fra tutti il fratello di George che soffriva di fautolenza nervosa)
George assisteva impotente alla lotta del padre contro il cancro.
Izzie cercava il modo di far convivere la sua parte emotiva con quella professionale
Meredith si rispecchiava suo malgrado in un padre sconosciuto e decideva di non voltarsi dall'altra parte
La Bailey, nel curare un paziente speciale, trovava in sé un'emotività insospettata.
Callie restava vicina al suo uomo, aiutandolo nel momento più difficile della sua vita.
Addison realizzava la sua solitudine e la paura di non trovare più nessuno con cui condividere la vita.
Perfino Sloane si tormentava, pieno di rimpianti, ripensando alle scelte passate.
Mentre Sheperd... beh, strizzava gli occhietti come solo lui sa fare. Non è abbastanza?
Insomma, un doppio episodio ricco di emozioni e mooolto strappalacrime. Cosa chiedere di più a una serata davanti alla TV? La rivelazione dell'alitosi mattutina del Dottor Stranamore.
Così le mie difese sono crollate, le mia antipatie accantonate. Eh si, questa volta ha vinto Grey's!
Anche Meredith finiva per risultarmi simpatica. Ma forse questo dipende dall'aver scoperto che, come la sottoscritta, russa con la potenza di una segheria industriale.
House medico della mutua? Le domande di una telespettatrice perplessa davanti agli ultimi due episodi

Ieri era la serata della vescica (vescica night): quella di House, quella del feto. Con bei momenti dedicati all'inserimento del catetere, alla sua rottura, alla pipì nelle sue varie sfumature dal caratteristico giallo paglierino al rosso sangue...
Sono solo io o House sta diventando sempre meno emozionante e sempre più simile a un turno in corsia al Fatebenefratelli?
Le prime due stagioni avevano casi ben più originali e colpi di scena davvero geniali.
Una cosa è sicura: sapremo che hanno definitivamente esaurito le idee quando un paziente avrà davvero il lupus. Fino ad allora, continueremo a cenare davanti a cateteri, infezioni purulente, vomiti di sangue e altre amenità!
Viva Callie! Il delirio di una telespettatrice in overdose da medici martiri


Perché Callie è cicciona: grave. E disinibita: gravissimo, soprattutto se associato alla condizione precedente. Cicciona sexy è intollerabile. Se sei cicciona devi essere brutta e magari anche burbera, vedi Miranda "Nazi" Bailey, o moglie trascurata e tradita, vedi la sfortunata signora Webber. In realtà quello che ha sconvolto le nostre eroine è stato la vista di Callie nuda, in tutta la sua abbondanza, che si sedeva sul water davanti a loro. Ma non hanno il coraggio di ammetterlo: dopotutto sono donne moderne, mica bacchettone.
Da quel momento tutto fila via di conseguenza. Una cicciona a suo agio nella sua ciccia che non si lava le mani dopo aver fatto pipì non può per forza essere una buona fidanzata, né tantomeno un buon medico. Logico, no? Così, negli episodi successivi il suo ragazzo, ancora specializzando, la umilia sul lavoro facendo scappare un suo paziente, "salvandolo" da lei che, superficialmente, lo voleva operare. Poi, lo stesso giorno, la caccia di casa. Per ribadire il concetto, le da buca per la serata. Poi la scarica. Infine, quando lei disperata va a letto con Sloane, ha il coraggio di offendersi e le (ci) fa una testa così per tre episodi.
Ma c'è dell'altro, qualcosa che minaccia l'equilibrio del Grace Hospital: Callie, a dispetto di tutto, sembra felice, in pace con se stessa. Non che abbia una famiglia che la ama e l'aspetta a casa, niente del genere; anzi, vive prima nello scantinato dell'ospedale, poi in una stanza d'albergo. Ma stranamente non se ne fa un gran problema, non è così ossessionata dalle sue sfortune come tutti i suoi colleghi. E questo non è accettabile nell'universo televisivo di medici martiri e infelici, che per salvare la vita del prossimo sacrificano, e mortificano, la loro. I medici del Seattle Grace sono testa a testa con Dottor House e il suo team nel torneo della depressione.
Comunque ora l'equilibrio è salvo. Callie è stata rimessa al suo posto: con lei in giro per casa, le due barbie tristi sarebbero apparse miserabili e lagnose.
Non fraintendetemi: guardo con piacere Grey's Anatomy, penso sia scritto bene e lo trovo divertente. E' solo che non riesco proprio a farmi piacere nessuno dei personaggi. Soprattutto Meredith.
Le risposte ai problemi della vita... # 1
Meredith Grey, Grey's Anatomy
Cortocircuito telefilmico

L: Già, dovevamo aspettarcelo! Negli episodi precedenti lo avevamo visto iniettarsi in vena una roba verde...
F: Veramente quello che si iniettava roba era Sloane di Alias che abbiamo guardato ieri in DVD.
L: Ah, ecco.
Era Sloane, il cattivo di Alias. Da non confondere con Sloane il cattivo di Grey's anatomy, in onda subito dopo House. Mmm... che si droghi anche lui? Comincio a perdere il filo.
Una cosa è certa: ultimamente sto assistendo a troppe iniezioni, intubamenti, depressioni e operazioni a cuore aperto. Perché ricordate: se non ci sono sangue, dolore, sbudellamenti e la parola "cancro" nominata una dozzina di volte, non è intrattenimento!
Welcome to Telefilmville, Usa




Il Time Tunnel di questo mese vi porta in un viaggio nel tempo e nello spazio, un percorso on the road sulle strade blu, quelle che collegano la sconfinata provincia americana. Lasciamo per una volta il Greenwich Village e il Sunset Strip, dimentichiamo i Cosmopolitan e i beach party e avventuriamoci in un viaggio attraverso l'America più vera, così come l'abbiamo conosciuta attraverso 60 anni di telefilm.
La provincia come adolescenza

schermo. La medaglia della vittoria, infatti, ha due facce: per il paese è motivo d'orgoglio, riscatto da una vita che offre poche altre soddisfazioni; per i giocatori è il biglietto per andarsene e lasciarsi il paese alle spalle. Nella comunità così unita, allora, si intravede una spaccatura, una crepa sottile, appena percettibile, ma destinata ad allargarsi: è quella che divide chi resta da chi parte.
E' il destino di ogni provincia telefilmica, è nel suo DNA: i nostri eroi crescono, mentre il paese sembra farsi sempre più piccolo. Così, con nostro grande rammarico, sono sempre i migliori ad andarsene... i protagonisti. Perché la provincia è, in molte serie, il luogo dell'adolescenza. L'ingresso del protagonista nell'età adulta e la sua piena realizzazione significano l'abbandono della città natale e la fine del telefilm.
In Dawson Creek, il nostro Dawson lascia la tranquilla Capeside per realizzare i suoi sogni da regista a Hollywood. Clark Kent lascia Smallville per Metropolis, o meglio per prendersi cura del mondo intero. In Una mamma per amica, caso raro, il distacco è graduale, così la cittadina e la serie vivono ancora a lungo quando Rory lascia Stars Hollow per Yale. La nostra eroina torna volentieri a casa per un'abbuffata di pizza e un film con l'adorata mamma e, un po' meno volentieri, per la rituale cena del venerdì dai nonni: non è ancora arrivato il momento di andare per la sua strada. Altre volte, per evitare la parola FINE, gli autori scelgono di sostituire i nostri eroi con nuovi “cuccioli” e le cittadine sopravvivono in una straziante agonia: Richie Cunningham lascia Milwaukee per Hollywood e gli spettatori di Happy Days devono sorbirsi le vicende di Joanie e Chachi. C'è poi l'eccezione che conferma la regola. E' Laura Ingalls, cui spetta il premio fedeltà: in dieci anni di durata del telefilm non lascerà mai veramente La casa nella
prateria di Walnut Grove... né la sua scuola! Si alza dal banco solo per sedersi in cattedra, passando senza soluzione di continuità da alunna a insegnante.
I valori della provincia

claustrofobia possono rendere sospettosi ed egoisti. Prevarranno i legami che uniscono la comunità o le tensioni che la dividono? A giudicare dal percorso personale di Jake da outsider a eroe, c'è ancora speranza.
Un conflitto analogo è in atto, con forme diverse, a Smallville, paesino rurale del Midwest apparentemente indistinguibile da tutti gli altri, ma che una pioggia di meteoriti da Krypton ha reso diverso da tutti: tra i campi di grano si aggirano, infatti, pericolosi mutanti. Quello che accomuna Clark, giovane alieno piovuto dal cielo, ai vari mutanti pirotecnici e telepatici è il superpotere; ma ciò che li distingue e fa del primo un eroe e degli altri semplicemente i “freak of the week” è la solida educazione familiare. I genitori gli insegnano a mettere al primo posto il bene della comunità, anche a costo del sacrificio di sé. E' perché educato come cittadino modello di Smallville che Clark diventa Superman, e non un supercattivo che mira alla conquista del mondo. La provincia si rivela, ancora una
volta, la palestra in cui si fanno le ossa i nostri eroi.
Il lato oscuro della provincia

ninfomane; la famiglia incestuosa; lo psicanalista drogato; la madre assassina; e poi ci sono il figlio illegittimo tenuto nascosto alla famiglia, quello comprato e quello ritardato e tenuto recluso in cantina. C'è del marcio in suburbia. E' il Doris Day Show visto nello specchio deformante del luna park.
La provincia come utopia

Se tutto questo vi sembra noioso e siete pronti ad esplorare luoghi meno frequentati, allora preparatevi a volare fino ai confini della realtà: si va a Cecily, Alaska, a conoscere Un medico tra gli orsi. Un posto unico nel suo genere: anche qui nulla è ciò che sembra ma, per una volta, in positivo. Dimenticate stereotipi e preconcetti: un minuscolo paesino di frontiera abitato da quattro montanari eccentrici si rivela un mondo ricco di umanità... e di inesauribili sorprese. A Cicely potete fare la conoscenza di un vecchio cuoco che vive come un eremita nei boschi, un ex galeotto che parla di musica e poesia alla radio, un'indiana che non parla mai ma la sa lunga. Qui è possibile imbattersi in scoperte e tesori inauditi:
l'anello di Fellini, il corpo di Napoleone perfettamente conservato in una lastra di
ghiaccio... o un motociclista nero di passaggio che scoprirai essere tuo fratello mentre ammiri con lui l'aurora boreale. Solo qui può succedere che le persone cambino aspetto a seconda dei pregiudizi di chi guarda, il rabbino della tua infanzia abbocchi all'amo mentre sei a pescare trote nel lago, gli spiriti indiani appaiano per guidarti nella tua ricerca. Insomma, Cicely dimostra che la vita, anche la vita di provincia, è più ricca, misteriosa e magica di quello che può apparire allo sguardo frettoloso e prevenuto di un cittadino di New York.
La provincia per eccellenza

C'è la comunità di credenti che si ritrova la domenica in chiesa come a Glen Oak, con i religiosissimi Flanders che ci ricordano gli insopportabili MacKenzie di Settimo cielo; l'attenzione per i padri fondatori e le rievocazioni storiche in costume, nonché la rivalità con l'odiato paese confinante, come a Stars Hollow; la famiglia di bifolchi del sud in stile Hazzard; bulli, smorfiose, nerd e tutta la fauna scolastica di Capeside; il circolo di casalinghe pettegole e un po' snob come a Wisteria Lane ed Agrestic. C'è il lato oscuro della provincia, come a Twin Peaks e Neptune, la cittadina di Veronica Mars: la dipendenza dall'alcool, i piaceri proibiti ma diffusissimi della Maison Derrière, i cittadini pronti a impugnare i forconi e farsi giustizia da soli; e poi il crimine organizzato, la massoneria, la polizia corrotta, il sindaco donnaiolo e pericolosi delinquenti come
Telespalla Bob. Anche qui insomma c'è il marcio sotto le villette a schiera... letteralmente: è la spazzatura che gli abitanti hanno deciso di sotterrare, e rimuovere così dalla lista delle priorità, ma che all'improvviso erutta in tanti pestiferi geyser di rifiuti nei viali della cittadina. Come a Sunnydale, scenario di Buffy l'ammazzavampiri, il soprannaturale con tutta la sua fauna di mostri è parte integrante della vita della vita cittadina, attraverso gli episodi dell'orrore di Halloween; ci sono perfino gli alieni, Kodo e Kang, anche se un po' meno attraenti di quelli di Roswell. Infine, come a Cicely, anche qui può succedere di tutto, le sorprese sono dietro l'angolo la vita può e personaggi può aprirsi alle situazioni più improbabili e surreali, o prese in prestito dai classici del cinema e della letteratura.
Insomma, se volete immortalare in un'unica foto l'essenza di Telefilmville, fate un salto a Springfield... sempre che riusciate a scoprire dov'è.
Pane, amore e... kryptonite

Smallville 67524
"La vita è fatta di cambiamenti. A volte è doloroso, a volte è meraviglioso. Ma più spesso è entrambe le cose insieme". Lana

Ma nonostante le sue stranezze e i freak mutanti, l'adolescenza dei ragazzi di Smallville spesso somiglia più alla nostra di quanto non le somigli quella nostalgica di Capeside o quella patinata di Beverly Hills. Perchè nei nostri ricordi alcuni momenti rivivono con la forza, l'emozione, a volte l'orrore che solo nelle situazioni di Smallville possiamo ritrovare. Ma soprattutto perché Clark sarà anche alieno ma, superpoteri a parte, è un ragazzo come noi. A Smallville, sotto la kryptonite, le emozioni sono puramente terrestri, 100% umane. E le mutazioni e i superpoteri sono potenti metafore dei cambiamenti che affrontiamo ogni giorno, nel corpo e nello spirito, crescendo. In fondo, siamo tutti dei mutanti.
Clark's Creek
“Ho il presentimento che tu sia destinato a fare molto più in questo mondo che non segnare qualche touchdown”. Chloe a Clark

Da allora Clark ha salvato il mondo più di una volta, ha baciato Chloe, si è invaghito di Kayla, Alicia, Kara, è morto, è risorto, e in tutto questo tempo il suo cuore non ha mai smesso di battere per lei, Lana. Arriva a sacrificare la vita del padre per strappare Lana alla morte, ma non riesce a strapparla dalle braccia di Lex. Nella sesta stagione, quest'autunno su Italia1, lo vedremo incamminarsi con sempre più decisione sulla strada verso la consacrazione a supereroe, cercando ancora disperatamente di conciliarla con la felicità personale. Non mancheranno baci, rivelazioni e il rapimento di una sposa all'altare...
Lex files
“Nella vita, la strada che porta all’oscurità è un viaggio, non un lampo”. Lex

Innamorati pazzi
“Hai mai pensato di essere destinato a stare con qualcuno?” Clark



Il primo amore non si scorda mai: Lana è bella, dolce, affascinante. I suoi occhi sono come 2 laghetti di montagna. E' anche simpatica, generosa, sensibile. E irraggiungibile. Una così è per forza fidanzata con un giocatore della squadra di football. Poi il giocatore si arruola nei marines e Clark ha la via libera. Ma anche a Smallville vale la legge di Murphy: se qualcosa può andar storto, lo farà. Così, quando dopo mille difficoltà i due finalmente si baciano, a complicare le cose intervengono l'amicizia con Chloe, da sempre innamorata di Clark, e i messaggi di Jor-el (i genitori sono sempre inopportuni, anche quelli alieni). Clark e Lana entrano così in quelle frustranti relazioni tira-e-molla che abbiamo già conosciuto bene grazie a Ross e Rachel. Con l'aggiunta di amnesie, stregonerie, salti nel tempo e possessioni a rendere il tutto più piccante. Momento memorabile: quando in un solo giorno Clark perde i superpoteri... e la verginità. Non tutto il male viene per nuocere! Poi Lana, frustrata dai troppi segreti di Clark, si consola con Lex. Nella prossima stagione la vedremo indecisa tra i due, vittima della nota sindrome di Joey Potter: Dawson o Pacey? Un bebè in arrivo e l'immancabile kryptonite rossa complicano ulteriormente le cose...
E Lois? Malgrado un primo incontro “senza veli” e, lo vedrete presto, qualche bacio rubato, continua ad essere solo un'amica per Clark. Invadente e logorroica, ma sempre un'amica. Tutti sappiamo, però, che un giorno le cose cambieranno e lei prenderà il posto di Lana nel cuore del nostro eroe. Nonché il posto di Chloe come reporter di punta del Daily Planet. O no?
Alias
“Voglio rivelarti un segreto. Io non sono chi pensi che io sia. Infatti, il mio travestimento è così sottile che sono sorpresa tu non mi abbia visto dentro. Sono la ragazza dei tuoi sogni mascherata da tua migliore amica". Chloe a Clark

Poi, un bel giorno, a Smallville arriva Lois Lane. E la teoria comincia a vacillare... Ma dopo un inizio entusiasmante, Lois non appare all'altezza del suo personaggio, non ha abbastanza carattere né le carte in regola per diventare la più giovane reporter del Daily Planet. I teorici del “Chlois” tornano alla carica: Lois deve morire... così Chloe prenderà il suo nome e la sua identità come copertura. Vi anticipiamo che nella stagione 6 non troverete conferme esplicite a questa teoria ma, guardando con attenzione, potrete scovare molti indizi interessanti... Tirate fuori il reporter che è in voi!
Ritorno al futuro
“Wow, supereroe e giornalista. Quali sono le probabilità che accada?!” Chloe a Clark

Ma a volte vorremmo bruciare le tappe e arrivare subito alla fine, che poi è un altro inizio, per rispondere al quesito che ci assilla: e Chloe?!? Negli States, dove sta per andare in onda la stagione 7, autorevoli giornalisti si sono schierati a favore della teoria Chlois. Ma forse, è l'ipotesi meno simpatica ma anche la più logica, Chloe semplicemente morirà. Davvero, questa volta. Magari per colpa di Lex: questa sarebbe la svolta che pone fine all'amicizia tra i due. Oppure entra in gioco la kryptonite a rendere il tutto più complesso... o più semplice. Ecco infatti un'evoluzione della teoria Chlois in grado di accontentare davvero tutti: è l'interpretazione letterale dell'equazione Chloe + Lois = Chlois. Per uno strano fenomeno soprannaturale, la kryptonite fonde insieme i due personaggi in un'unica creatura che prende il meglio di ognuna, il carattere di Chloe e il corpo di Lois. Per la gioia dei fan della più cara amica di Clark, dei “puristi” di Lois e degli ammiratori della bella Erica Durance.
D'altronde la kryptonite può far questo ed altro... Se è vero che il cane è il miglior amico dell'uomo e, come cantava Marylin, i diamanti lo sono della donna, beh, allora la kryptonite è la migliore amica degli sceneggiatori. La sostanza aliena infatti ha effetti sempre diversi, imprevedibili, all'occorrenza anche opposti, in ogni caso grandiosi. Grazie ad essa può succedere di tutto... e il contrario di tutto. Può rinforzare, indebolire, disinibire, rendere piretici, elettrici, mutaforma, ubiqui... e anche calvi. Non ci resta quindi che aspettare la prossima dose di kryptonite per proseguire il viaggio insieme ai ragazzi di Smallville. Finora la kryptonite non ci ha mai delusi, anzi. Ci ha regalato cinque appassionanti stagioni di avventure, amore, amicizia, tradimenti. Cinque stagioni davvero Super.