Saving Grace vs CSI


Oklahoma, scena del crimine. Il detective della polizia Grace Hanadarko e la criminologa Rhetta Rodriguez osservano le impronte sul terreno.

Grace: "Mmm... Puoi attribuire l'impronta di uno zoccolo ad un solo cavallo?"

Rhetta
: "Solo se gli Who suonano in sottofondo".

Grace: "E' un no?"

Rhetta: "E' un no".

Chuk & Grace. Loro non dormono. Aspettano.

Deve usare una controfigura nelle scene di pianto.
Può circondare i suoi nemici. Da solo.
Ha contato fino a infinito. Due volte.

E ora ha un'erede.


Chuck Norris alias Walker Texas Ranger (c'è differenza?) ha ora un'anima gemella. Uno spirito affine. E' Grace Hanadarko, interpretata da Holly Hunter, protagonista del serial Saving Grace.

Walker e Grace sono due valorosi paladini della legge, entrambi si battono contro il crimine e lo fanno lontano dalle mondane metropoli delle coste ma nelle sconfinate zone rurali dell'America profonda, quella più vera. Walker nel suo Texas, Grace nell'amata Oklahoma.

Sono due duri, due cowboy solitari, forti, decisi, testardi. Hanno metodi poco ortodossi e non esitano a infrangere le regole per far trionfare la giustizia.

Ognuno di loro ha un fedele aiutante, Walker ha Trivette e Grace ha Rhetta: validi colleghi sul lavoro soprattutto amici leali in grado di sopportare il loro comportamento da spiriti liberi e indomabili.

Entrambi hanno un mentore indiano, figura paterna e legame con le antiche tradizioni. Infusi di saggezza dei nativi americani, i nostri eroi vivono con intensità il rapporto con la loro terra e la rispettano. Concreti e diretti, preferiscono il cavallo all'auto, le indagini sul campo a quelle condotte al pc o in laboratorio.

Nessuno dei due si tira indietro davanti a una sana scazzottata. Sono tipi fisici, la loro migliore arma è il loro corpo. Walker dispensa con generosità i suoi famosi calci rotanti.
Grace le acrobazie preferisce farle tra le lenzuola.

Da ultimo, ma non meno importante, le loro avventure iniziano e finiscono al bar davanti a una birra.

Grace però ha un angelo custode che veglia su di lei.
Deve averglielo mandato Chuck.

Telefilm Festival. Il personalissimo palmarès della solita telespettatrice

Il Telefilm Festival non prevede un concorso. Senza nessuna competizione ufficiale, ogni spettatore è libero di proclamare per sé vincitori e sconfitti della rassegna...

Signore e signori, ecco il mio personalissimo palmarès.

OSCAR PER LA FOTOGRAFIA E LA SCENOGRAFIA: Pushing Daisies
Perché la necrofilia non è mai stata così attraente. Décor anni '50,
colori sgargianti, diners & cherry pie, lovers & lollypops.

LADY OSCAR PER LA SCENEGGIATURA ORIGINALE: Back to You
Ovvero The Sitcom is Back... ed è in gran forma. L
'immancabile laugh track a malapena riesce a tenere il ritmo frenetico delle battute.

PREMIO DELLA GIURIA ALLA TRAGRESSIONE
: Sarah Silverman
La nostra beniamina alle prese con sciroppi allucinogeni, barboni assassini, peti vaginali e altre amenità.

PALMA D'ORO DEL
TRASH: Unhitched
Perchè nei primi 3 minuti del pilot assistiamo a una rara scena di sodomia zoofila, precisamente ad opera di uno scimpanzè sul nostro protagonista. Seguono dettagli medici su lacerazioni e penetrazione. Chi ben comincia...

PARDO D'ORO DELLA COMICITA'
: Hidden Palms
... nel senso di comicità involontaria. Dopo Dawson's Creek, ancora un gruppetto di parrucconi egocentrici e logorroici per Kevin Williamson. Ancora il suo feticismo per biondini dalle pettinature improbabili.

LEONE D'ORO DELL'HORROR: Visitors
... nel senso di orrore involontario. Non bisognerebbe mai riguardare i miti dell'infanzia...

COPPA DEL NONNO: I Soprano
In occasione dell'uscita italiana del 1° cofanetto, eccoli per una volta sul grande schermo. Accompagnati da arancino e cheesecake, ricette Soprano doc, offerti dal Festival. Per il 2° cofanetto ci aspettiamo anche un bicchiere di vino.


GIARRETTIERA DI SETA: Californication
Impossibile resistere al fascino di questo show sexy, intelligente e romantico.

COUSCOUS DI PLATINO: Arab labor
Per guardare il Medio Oriente
con altri occhi, occhi da orientale. Commedia brillante sulla vita quotidina di una famiglia palestinese in Israele.

MENZIONE SPECIALE AI NERD: Chuck, Big bang theory, Aliens in America
Per la perseveranza di una categoria che ancora cerca la rivincita.

PREMIO "5° POTERE": Studio 60, Boris
La TV che parla di TV, con le giuste dosi di intelligenza, cattiveria e umorismo.

PREMIO SPECIALE "L'ETA' DELL'INNOCENZA": H2O
Per il candore delle protagoniste, ospiti del festival: due adolescenti alte 1 metro e 90 e vestite da sera. Per il pubblico in sala, età media 5 anni, che domandava alle star quale fosse il loro gusto di gelato preferito. Perché per una generazione di telespettatori le sirene non evocheranno tragici sacrifici d'amore.

PREMIO SPECIALE "LA FINE DELL'INNOCENZA": The Reaper
Il giorno del suo 21° compleanno, Sam scopre che i genitori hanno venduto la sua anima al diavolo. Welcome to the cruel world.

ORSO D'ORO PER LA COLONNA SONORA:
Hidden Palms
La musica? Ottima e abbondante. Perché lo show da il meglio quando i protagonisti non parlano.


NASTRO D'ARGENTO DELLA SFIGA: Big shots
4 uomini lamentosi e vittimisti giocano a fare Sex & the City al maschile. Perdono tutti.

OSCAR ALLA CARRIERA: I Simpson
Una selezione di 4 storici episodi. Visti e rivisti. E da rivedere. Ancora. Prima e dopo i pasti. Vi sentirete meglio.

Sicuramente ho dimenticato qualcosa... D'OH! Accolgo suggerimenti, obiezioni, discussioni.

Ugly Series La scoperta di una telespettatrice ingenua

Le risposte ai problemi della vita si trovano in TV... e a volte nei dibatittti sulla TV. Così è stato per me ieri: il dibattitto in questione apriva la 6° edizione del Telefilm Festival ed era dedicato alla produzione e la programmazione seriale in Italia.

Il mio problema, in realtà largamernte condiviso da tutti i telefili nostrani, era capire il perché dell'assurda, illogica, fastidiosa e, almeno apparentemente, insensata collocazione delle serie nei palinsesti rai e mediaset.
Perché programmare i nostri amati telefilm in orari improbabili, cambiare continuamente giorno e canale di messa in onda, fregarsene dell'ordine cronologico degli episodi?
La risposta di un dirigente Mediaset: perché non possono lamentarsi. Tutto qui. Elementare Watson.

Perché non ci avevo pensato prima?!

I telefilm ammericani, nonostante la loro presenza massiccia nella programmazione, sono in raltà l'ultima ruota del carro nelle nostre TV. Costano poco, molto meno che produrne di nostri; durano poco, sono quindi i tappabuchi universali, adatti a qualsiasi vuoto del palinsesto; soprattutto non avanzano pretese di visibilità né chiedono rispetto come attori, registi, produttori e conduttori delle trasmissioni made in Italy.

E noi che pensavamo che i telefilm.... Che ingenui!
Per noi sono bellissimi, per chi conta non valgono un granché. A casa sono i nostri prediletti, in ufficio sono i brutti anatroccoli.
Un po' quello che accade all'adorabile Betty Suarez.

Occhio alla penna! Josh Schwartz

Pubblicato su Telefilm Magazine n° 39, Aprile 2008, rubrica "Occhio alla penna".


Josh Schwartz ha sempre saputo cosa sarebbe diventato da grande: uno sceneggiatore. A 12 anni si abbona a Variety, a 21 vende il primo script alla Tristar, poi lascia la facoltà di cinema per Hollywood e... il resto è storia. Nel 2001, a soli 26 anni, crea The O.C. e rivoluziona il teendrama. Diventa il più giovane autore di una serie drammatica nella storia della TV USA. Il tutto senza avere un solo giorno di esperienza nello staff creativo di un telefilm. Josh, anche produttore esecutivo, scrive personalmente quasi tutti gli episodi della 1° stagione, fatica ricompensata dal successo planetario della serie. Nel 2007 conferma la speciale sensibilità per l'universo adolescenziale con Gossip Girl, che adatta da una collana di romanzi. Infaticabile, negli stessi mesi debutta con la spy-comedy Chuck, ed è un altro successo.


I TEEN. Con O.C. Schwartz muove guerra alle regole obsolete del teendrama. Usa la “strategia del cavallo di Troia”: conquista la Fox con un pilota all'insegna di sfilate di moda, falò sulla spiaggia, tramonti e bikini; ma sotto la superficie patinata stile Beverly Hills 90210 c'è in realtà uno show più profondo e anticonformista. A fare la differenza, i personaggi, autentici e in continua evoluzione: sono loro i guerrieri nascosti nel cavallo. Ispirandosi a Cameron Crowe e Nick Hornby, costruisce intorno a loro credibili e avvincenti relazioni in grado di attirare anche il pubblico maschile. I dialoghi scritti da un ventiseienne, poi, suonano veri e non artificiosamente giovani. La strada per GG è già spianata.


I GRANDI. Se Josh è abbastanza giovane da ricordare sentimenti e slang da teenager, è anche abbastanza cresciuto da capire che la vita dei genitori può essere altrettanto interessante, leggi incasinata, di quella dei loro figli. Nei suoi teendrama i genitori non sono i soliti moralisti asessuati, sempre pronti a predicare. Le loro vicende si intrecciano naturalmente con quelle dei giovani protagonisti. E conquistano anche il pubblico adulto.


I GEEK. Ogni autore racconta qualcosa di sé attraverso i suoi personaggi. Schwartz, il ragazzo prodigio, l'adolescente ebreo solitario e secchione, l'eastcoaster spaesato tra la fotogenica fauna universitaria del Sud California, lo ha fatto soprattutto attraverso quell'adorabile sfigato di Seth Coehn, il vero outsider di O.C. Ora il testimone sembra passato al timido Chuck Bartowsky, mago dei pc e spia per caso, un'altro irresistibile geek destinato a grandi cose.