Occhio alla penna! Josh Schwartz

Pubblicato su Telefilm Magazine n° 39, Aprile 2008, rubrica "Occhio alla penna".


Josh Schwartz ha sempre saputo cosa sarebbe diventato da grande: uno sceneggiatore. A 12 anni si abbona a Variety, a 21 vende il primo script alla Tristar, poi lascia la facoltà di cinema per Hollywood e... il resto è storia. Nel 2001, a soli 26 anni, crea The O.C. e rivoluziona il teendrama. Diventa il più giovane autore di una serie drammatica nella storia della TV USA. Il tutto senza avere un solo giorno di esperienza nello staff creativo di un telefilm. Josh, anche produttore esecutivo, scrive personalmente quasi tutti gli episodi della 1° stagione, fatica ricompensata dal successo planetario della serie. Nel 2007 conferma la speciale sensibilità per l'universo adolescenziale con Gossip Girl, che adatta da una collana di romanzi. Infaticabile, negli stessi mesi debutta con la spy-comedy Chuck, ed è un altro successo.


I TEEN. Con O.C. Schwartz muove guerra alle regole obsolete del teendrama. Usa la “strategia del cavallo di Troia”: conquista la Fox con un pilota all'insegna di sfilate di moda, falò sulla spiaggia, tramonti e bikini; ma sotto la superficie patinata stile Beverly Hills 90210 c'è in realtà uno show più profondo e anticonformista. A fare la differenza, i personaggi, autentici e in continua evoluzione: sono loro i guerrieri nascosti nel cavallo. Ispirandosi a Cameron Crowe e Nick Hornby, costruisce intorno a loro credibili e avvincenti relazioni in grado di attirare anche il pubblico maschile. I dialoghi scritti da un ventiseienne, poi, suonano veri e non artificiosamente giovani. La strada per GG è già spianata.


I GRANDI. Se Josh è abbastanza giovane da ricordare sentimenti e slang da teenager, è anche abbastanza cresciuto da capire che la vita dei genitori può essere altrettanto interessante, leggi incasinata, di quella dei loro figli. Nei suoi teendrama i genitori non sono i soliti moralisti asessuati, sempre pronti a predicare. Le loro vicende si intrecciano naturalmente con quelle dei giovani protagonisti. E conquistano anche il pubblico adulto.


I GEEK. Ogni autore racconta qualcosa di sé attraverso i suoi personaggi. Schwartz, il ragazzo prodigio, l'adolescente ebreo solitario e secchione, l'eastcoaster spaesato tra la fotogenica fauna universitaria del Sud California, lo ha fatto soprattutto attraverso quell'adorabile sfigato di Seth Coehn, il vero outsider di O.C. Ora il testimone sembra passato al timido Chuck Bartowsky, mago dei pc e spia per caso, un'altro irresistibile geek destinato a grandi cose.


6 commenti:

Unknown ha detto...

Ciao Lucrezia!!! Visto che sono venuta a trovarti sul tuo blog??? Ho pure concluso che il pilot di O.C. è l'unico (insieme forse a Lost) che ho apprezzato in quanto tale porprio perchè mi ricordava Beverly Hills (e come ti ho detto Domenica è l'unica cosa che guardavo negli anni '90 ;-))... a prestissimo!! Cri

Lucrezia Corti ha detto...

Cristina, vieni a trovarmi quando vuoi, mi casa es tu casa ;-)
Ma non ho capito bene: cosa esattamente di Lost ti ricordava Beverly Hills?!?

Unknown ha detto...

Allora prenoto un posto pure sulla chiatta barcellonese (?!?!)...Mi spiego: il pilot di OC mi ricordava BH90210...quello di Lost è l'unico altro episodio pilota apprezzato proprio perchè pilota e non a posteriori...sono una ragazza confusa..

Lucrezia Corti ha detto...

... aaaah, ora è tutto più chiaro!
Mmm, quello dei migliori episodi pilota è un buon argomento per un prossimo post... quindi: To Be Continued

Anonimo ha detto...

non ho nemmeno finito di leggerlo e devo commentare: OC ha rivoluzionato i teen drama? non è un'affermazione seria vero??

adesso finisco.

Lucrezia Corti ha detto...

Sono sempre seria quando parlo di serie ;-)
In realtà non ho mai amato i teendrama, ma ho scoperto di apprezzare OC. Per motivi che lo rendono, a mio parere, diverso da altri prodotti del genere. Penso che il resto del pezzo chiarisca il mio punto di vista: personaggi non stereotipati e in grado di evolvere in modo credibile, rapporti genitori-figli non stereotipati e non improntati ad un superficiale moralismo, dialoghi spesso piacevoli e che ben caratterizzano i personaggi.