Vivere e, soprattutto, morire, poco a poco, a Los Angeles


"Specialissimo, imperdibile, eccezziunale crossover Grey's Anatomy/Private Practice!" annunciava il messaggio pubblicitario alla fine dell ultimo episodio di Grey's anatomy. Ora, tanto incredibile non mi sembra visto che il secondo telefilm e' uno spinoff del primo. Non e' che stiamo parlando di Magnum P.I. che incontra la Signora Fletcher (e' successo!) o di Maciste contro Dracula (e' successo?).


Comunque, per l'occasione, ho deciso di infrangere il mio proponimento di molti mesi fa e tornare a vedere per una volta Private Practice. Dopo poci minuti mi sono ricordata del perche' avevo preso quella sana decisione: è un telefilm noioso. E, di fondo, molto squallido.

Deve essere per l'odore acre della sfiga che aleggia su tutti i protagonisti.
Persistente come la cappa di smog sul cielo di Los Angeles.


Non che i loro colleghi del Grace Hospital siano la personificazione della gioia di vivere, anzi... diaciamolo, sono una massa di frustrati: gente sola, senza alcun amico al di fuori dell ospedale, che si relaziona con i familiari solo quando questi finiscono, appunto, in ospedale (e poi, spesso, al cimitero), tutti con una rara collezione di storie sentimentali naufragate e un assortimento incredibile di turbe mentali, accomunati però da un inflessibile stakanovismo calvinista.

Eppure, nonostante tutto questo, sono affezionata ad ognuno di loro. Continuo, mio malgrado, ad appassionarmi alle loro vicende. E' forse qualcosa di morboso e malato che mi attrae, ma si tratta nondimeno di un'attrazione irresistibile, un vizio che crea dipendenza.
Insomma, il telefilm funziona.


Ma con Addison & Co. e' tutta un'altra storia... I protagonisti sono altrattanto sfigati degli allegri chirurghi di Seattle, ma lo sono in modo cosi' poco interessante!
La serie e' forse troppo realistica nel ritrarre la vita di questi quarantenni single, vedovi o divorziati, che lavorano in un banalissimo studio medico con tutti i banalissimi problemi di gestione connessi. Non sembrano avere grandi sogni, ne' molta speranza. La loro vita sembra gia' finita da tempo, prima dell'inizio del telefilm, con il divorzio o la morte del coniuge.
Sono un po' come i vecchietti che vanno ad appassire al caldo della Florida. O come gli immigrati di LA descritti da John Fante : "disperati che vengono a morire al sole".
Ed e' una lenta agonia.

3 commenti:

pri ha detto...

MA, sono sempre vestiti in modo fichissimo!

pri ha detto...

l'ho visto!
è appena finita la stupenda puntata (forse ce n'è un'altra, non ho capito) alla tv olandese.
confermo che la cosa più bella sono i vestiti di Addison, ma anche tutto il parco "dottori bonissimi" schierato per l'occasione non è niente male!

Lucrezia Corti ha detto...

... e dire che io non l'ho mai notato il suo abbigliamento, strano da parte mia... ma forse è perché sono davvero sopraffatta dalla tristezza generale!