La riflessione della solita telespettatrice in astinenza da sitcom. Parte 3


"Una risata può essere molto potente. A volte è l'unica arma che abbiamo". Roger Rabbit
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Qualcuno potrebbe obiettare che di questi tempi c'è poco da ridere: il riscaldamento globale, il terrorismo, l'incertezza economica, la guerra in Iraq, in Palestina e in troppi altri paesi del mondo...
Ma in passato, forse per spirito di sopravvivenza, l'arte della risata ha resistito a prove altrettanto difficili
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superando brillantemente crisi economiche ed energetiche. Anzi, proprio i momenti storici più drammatici hanno visto la nascita di nuovi tipi di commedie che riuscivano, con l'evasione o la satira, a rendere più sopportabile la realtà.


Negli anni '70, tra guerra fredda, Vietnam, crisi petrolifera, conflitti sociali, la commedia ha reagito all'assalto della realtà... aprendole le porte: nei salotti delle sitcom sono entrate le questioni politiche e sociali, i conflitti di classe e quelli razziali, e tutti gli argomenti controversi del momento. Aborto, razzismo, inflazione, sessismo, criminalità, politiche sociali, violenza carnale erano moventi del plot e motivo di risate nella sitcom Arcibaldo, in cui il burbero e cocciuto protagonista, un uomo all'antica, si scontrava quotidianamente con la figlia e il fidanzato di idee liberali.

In Mash, i medici di un anarchico e strampalato ospedale da campo organizzavano scherzi, tornei e goliardate degne di Animal House mentre affrontano l'orrore della guerra di Corea: nasceva così la dramedy, drama e comedy insieme, per mostrare con un punto di vista innovativo l'assurdità della guerra e, al tempo stesso, la bellezza della vita.

Erano due show che riuscivano a unire comicità e politica.
Non avevano paura di far pensare. Ne di far ridere. La comicità è un antidoto potente contro le situazioni più difficili, sia che scelga la via più facile dell'evasione, sia che opti per quella più impegnata della satira.
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E ora? L'unico antidoto di cui disponiamo sembra essere l'eroe (medici & poliziotti) o il supereroe (Heroes & Co.).
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Leopardi scrisse: "Chi ha il coraggio di ridere è il padrone del mondo. Come chi ha il coraggio di morire".
Ultimamente sembriamo privilegiare la seconda opzione.
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Vuoi vedere che, non solo viviamo in tempi difficili, ma abbiamo anche perso il senso dell'umorismo? Questa sarebbe davvero una tragedia!

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