Heroes e l'11 Settembre. La teoria di una telespettatrice complottista

"At first, the world will mourn. They'll be united in grief. And then, they'll just be united".

Nathan Petrelli


Un uomo molto ricco e potente, manovratore di politici, avvertito dell'imminente esplosione che raderà al suolo New York, decide di lasciare che avvenga. Per poi sfruttare il clima di terrore e disperazione della nazione, facendo di un uomo politico in declino il leader della ricostruzione, l'uomo che ridarà speranza a una nazione ferita. La popolazione si unirà attorno a lui, la sua popolarità e il potere dell'establishment saranno enormi: ogni dissenso sarà spontaneamente messo da parte, non ci sarà spazio per le critiche. L'odio per i responsabili della tragedia, dei “diversi” nascosti tra gli americani, legittimerà il controllo sociale, l'uso della forza e la caccia alle streghe contro tutti i diversi.


Di cosa sto parlando? Di Heroes, naturalmente. Del diabolico piano di Linderman, dell'ascesa al potere di Nathan Petrelli, della politica di repressione e sospetto verso tutti gli uomini con poteri speciali. Perché, pensavate a qualcos'altro?!?

... anche voi?

Effettivamente, il tutto suona familiare, incredibilmente simile agli avvenimenti legati all'11 Settembre 2001. E a una certa lettura, non ufficiale ma ormai sempre più diffusa, di quegli avvenimenti. Pensateci: l'esplosione di New York; l'improvvisa popolarità di Bush; la limitazione dei diritti civili; il sospetto generalizzato verso tutti i dissidenti, gli stranieri, i “diversi”.
Se ancora non siete convinti, potete guardare, nell'episodio 20, la scena della commemorazione ufficiale delle vittime in occasione dell'anniversario della strage, con la bandiera americana sulle macerie di Manhattan... impossibile non pensare a Ground Zero.


Ecco allora svelato, a mio parere, uno dei motivi del successo americano del telefilm: Heroes è il grande sogno ad occhi aperti collettivo di una nazione ferita, il sogno di poter tornare indietro nel tempo e impedire la tragedia delle Twin Towers... con l'aiuto di un gruppo di supereroi.

Non sarebbe bello se un uomo volante, un artista preveggente e un impiegato in grado di piegare il continum spazio-temporale riuscissero a portarci indietro nel tempo e cancellare l'11 Settembre dalla storia? Non solo le vittime dell'esplosione sarebbero ancora vive, ma il mondo intero sarebbe un posto migliore. Questa è probabilmente la più grande fantasia americana del momento. Se escludiamo quelle che riguardano Jessica Alba e Angelina Jolie.


Un ultimo spunto di riflessione: è proprio nei giorni immediatamente successivi all'11 Settembre che si è iniziato a parlare di "heroes". Erano i pompieri morti nelle torri gemelle tentando di salvare chi non poteva essere salvato. Heroes che cercavano coraggiosamente di impedire l'inevitabile.


4 commenti:

Anonimo ha detto...

Concordo Luk. Non a caso "Heroes" è la prima trasposizione tv credibile dei supereroi del fumetto, un genere autenticamente americano connaturato alla cultura “giovane” di quella nazione. Una nazione che più che nelle parole di Brecht (“Beato quel paese che non bisogno di eroi"), si riconosce in quelle del generale Patton: “Non bisogna piangere i caduti, bisogna invece ringraziare ogni giorno Dio perché questi uomini sono vissuti”.
Per tornare all'11 settembre, ad esempio, c'è un suggestivo episodio a fumetti di Spiderman che, incrociando realtà e finzione, proietta l'eroe fra le macerie di "Ground Zero". Qui le parti si rovesciano: il superuomo in calzamaglia è solo spettatore impotente di una tragedia più grande di lui, mentre i "veri" eroi diventano le persone 'normali' che si aiutano l’un altro… A noi europei suona tutto molto retorico, ma è il vero superpotere americano, la fede profonda di un paese, per dirla con John Ford: “dove se la verità incontra la leggenda, vince la leggenda…”.

Per chi volesse approfondire:
- "The Myth of the American Superhero." By John Shelton Lawrence and Robert Jewett
- "Super Heroes: A Modern Mythology" by Richard Reynolds

p.s.
Luk ti chiedo scusa per la lunghezza del commento...Ma è un tema che mi appassiona!

Lucrezia Corti ha detto...

Yuza, grazie per il tuo commento così appassionato! E per i suggerimenti bibliografici: sembrano proprio interessanti, mi documenterò.

A proposito della contrapposizione verità/leggenda: è proprio vero! come sa bene ogni appassionato di western, è nel DNA degli Stati Uniti dalla loro nascita...

Anonimo ha detto...

Ciao! L'esplosione di New York, il comportamento di Linderman e di Nathan, che si mostrano favorevoli alla tragedia allo scopo di acquisire il potere per poi "guarire il mondo", mi hanno fatto pensare molto all'11 settembre e all'ipotesi di complotto (le torri sarebbero state fatte implodere dalle fondamenta e il crollo non sarebbe stato provocato dall'impatto dei due aerei...)Quindi sotto alcuni aspetti sono d'accordo con te, per quanto riguarda invece i motivi del successo del telefilm non sono pienamente d'accordo...beh mi sto dilungando anche io un po' troppo!Un saluto :)

Lucrezia Corti ha detto...

Ciao Vylandra, sono contenta che anche a te, guardando Heroes, sia suonato lo stesso campanello...
... riguardo ai motivi del successo: se hai altre idee e ti va di condividerle, dilungati pure!