XXX Files. Le avventure di uno scrittore in crisi in una LA più calda che mai

... uff, per un pelo! Lo sciopero degli sceneggiatori di Hollywood non ha coinvolto il mio telefilm preferito di questo autunno che ha potuto così proseguire fino all'ultima attesissima puntata, andata in onda negli USA appena qualche giorno fa. E qui, una volta tanto, non si parla di di medici, malattie, autopsie ma di sesso in California. Meglio, no? E' Californication e prima o poi approderà anche da noi, nonostante i contenuti piuttosto hard, perché è difficile ignorare una serie che ha per protagonista David Duchovny alias l'amatissimo agente Fox Moulder.

Duchovny torna sul piccolo schermo nei panni, spesso e volentieri succinti, di Hank Moody, scrittore newyorchese trapiantato suo malgrado a Los Angeles. Hank è in crisi creativa dopo che il suo ultimo romanzo "God hates us all" è stato trasformato in uno stucchevole film hollywoodiano intitolato "Crazy little thing called love" e in crisi esistenziale dopo che la sua compagna di una vita l'ha lasciato per un altro uomo. Ma niente paura, non si tratta di un dramma deprimente sul blocco dello scrittore, la crisi di mezza età, le aspirazioni fallite da annegare nell'alcool. Perché, come il titolo della serie lascia ben intuire, il nostro Hank non si consola solo con il whisky...
Solo nel primo episodio lo vediamo scappare per strada in mutande inseguito da un marito inferocito (e tentare, nella fuga, di spiegargli come trovare il clitoride della moglie), fare sesso orale in chiesa con una suora ("Sweet baby Jesus, Hank is going to hell"), trovare una donna nuda ad aspettarlo in casa proprio mentre rientra con la figlia dodicenne (anzi è lei che la scopre: "There's no hair on her vagina, do you think she's ok?" "I'll check"), andare a letto con una ragazza che lo prende a pugni durante l'orgasmo e che si scoprirà presto essere la figlia del suo capo... nonché minorenne.

Ma a Hank perdoniamo volentieri tutto. E ci troviamo anche a fare il tifo per lui, per la leggerezza con cui sembra vivere ogni cosa, sempre pronto a ridere di quello che gli succede, perseguendo l'autodistruzione con la battuta pronta (che gli costa immancabilmente un occhio nero) e il sorriso sulle labbra. E' la leggerezza di chi è disperato e pensa di non avere più nulla da perdere. Perché ha già perso tutto: la sua famiglia.
Duchovny è perfetto nella parte: barba di 3 giorni, faccia tosta, occhio triste, sguardo seducente; riesce a rendere immediatamente simpatico un personaggio che, sulla carta, potrebbe risultare solo un fallito triste o un gran bastardo.
Attorno a lui, un gran bel cast: l'ex compagna ha il viso bello e intelligente di Natascha McElhone, l'amante ribelle di Truman Show; la figlia è Madeleine Martin, dolce e punk al tempo stesso; l'ambigua figlia del capo è Madeline Zima, ex brava bambina di La Tata; l'agente letterario in vena di sperimentazioni sessuali è Evan Handler, già marito di Charlotte in SETC.

I 12 episodi della prima stagione, appena conclusa, sono un mix riuscito di dramedy sentimentale, farsa comica ed esplorazione senza pudori dei costumi sessuali di una nazione, la superficialissima California del Sud.
Una sorta di Sex and the city al maschile, in cui è un uomo, questa volta, a darsi da fare in città. Con il pensiero mai sopito che la persona giusta sia la prima di tutta la lunga schiera, l'ex compagna, che sembra ormai irraggiungibile. Come lo era Mister Big...
Di SETC Californication riprende l'approccio esplicito e senza censure al sesso, spingendosi, se possibile, anche qualche passo oltre. L'onirica sequenza d'apertura del primo episodio illustra efficacemente il punto. I puritani sono avvertiti.

1 commento:

pri ha detto...

comincia!!!!!!!!!!!!!!!
giovedì, su jimmy.
evviva!