Occhio alla penna! Aaron Sorkin


Pubblicato su Telefilm Magazine n° 43, settembre 2008, rubrica "Occhio alla penna"

Prima di affermarsi come versatile autore di teatro, cinema e TV, Aaron Sorkin era un aspirante attore. Ma, come molti prima di lui, trovava lavoro più dietro il bancone che sul palco. Cameriere frustrato, inizia a scrivere casualmente, buttando giù appunti sui tovaglioli di carta del bar; poi passa la notte a riordinarli. Risultato, a 28 anni è un attore fallito ma ha 3 drammi di successo nel circuito off Broadway. Uno di questi approda al cinema con un cast all-star: è Codice d'onore.
L'ascesa hollywoodiana prosegue con Malice e Il presidente. Una storia d'amore. Per lavorare a quest'ultimo si rinchiude 2 anni in un hotel di LA. Ne esce con uno script esagerato, lungo 385 pagine, poi faticosamente ridimensionato alle canoniche 120.
Il materiale scartato non va sprecato: Aaron se ne serve per dar vita una serie TV centrata sulla Casa Bianca: West wing (1999-2006). E’ il suo 2° telefilm, dopo l'esordio sul piccolo schermo con Sports night (1998-2000) ispirato alle trasmissioni sportive che gli tenevano compagnia durante il suo ritiro nell'hotel.
West Wing è un trionfo: premiatissimo, già alla 1° stagione colleziona 9 Emmy. Così Sorkin, genio creativo istintivo, privo di metodo e disciplina, si trova a gestire 2 serie contemporaneamente. Lo stress lo trascina nella dipendenza da alcool e droghe. E’ arrestato in aeroporto con crack e funghi allucinogeni nella valigia. Anni dopo, uscito dal tunnel, esorcizza le pressioni dello show business con un serial sulla TV in diretta: Studio 60 (2007-08).

Tutti telefilm di Sorkin esplorano cosa avviene dietro le quinte di mondi esclusivi: l’industria dello spettacolo, le stanze del potere. Tutti hanno al centro una squadra affiatata di professionisti... molto loquaci: a Sorkin piace parlare, tanto, e questo si riflette nei suoi personaggi. “Qualcuno mi ha detto che scrivo come se fossi sempre al primo appuntamento con una ragazza.”
Conversazioni velocissime, battute ad effetto e monologhi memorabili sono il suo marchio di fabbrica. Per questo è stato chiamato a supervisionare i dialoghi di Schindler's list, Bullworth, Nemico pubblico. "Non ho storie da raccontare. Davvero. Ciò che amo è il suono e la musica del dialogo. Ecco cosa mi piace scrivere".
Il suo approccio creativo rispecchia l'irruenza e la spontaneità del parlato: poco a suo agio con plot strutturati, Sorkin non delinea l’arco narrativo delle sue serie ma segue l’ispirazione del momento. E questa non gli manca certo: per West Wing ha scritto 87 episodi in 4 anni. Più che prolifico… logorroico!

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