Occhio alla penna! Alan Ball


Pubblicato su Telefilm Magazine n° 47, gennaio 2009, rubrica "Occhio alla penna"

Dalla sitcom all’Oscar, dal dramma familiare all'horror, la carriera di Alan Ball è eclettica e imprevedibile. Le sue scelte, come le sue storie, rispecchiano “la complessità della vita” che Ball si ostina a rappresentare all’interno di “un’industria culturale che tende alla semplificazione”.

Laureato in teatro, Ball sogna Broadway ma finisce a Hollywood. Un producer, colpito dai suoi lavori per la scena off di NY, gli propone di scrivere per la TV. E' così che Alan diventa sceneggiatore di sitcom. Scrive per Grace under fire (1994-95) e Cybill (1996–98). Crea Oh, grow up (1999), ispirata ai suoi trascorsi da commediografo squattrinato in uno sgangherato appartamento condiviso di Brooklyn; la sitcom però ha bassi ascolti ed è cancellata a metà stagione.

Quattro anni e molti episodi dopo, Alan è uno scrittore frustrato dalla routine, dai limiti del format, dalla mancanza di controllo sui suoi testi. Si sente “un operaio della sceneggiatura” e ha bisogno di nuovi stimoli.

Punta al cinema e ritrova la passione: scrive ogni notte, dopo il lavoro da “operaio”, una storia in cui sfoga attraverso il protagonista tutta la sua frustrazione. E' American beauty (1999) che diventa un film di successo e lo ripaga con un Oscar per la sceneggiatura.

Grazie a HBO e alla sua tradizione di qualità, Alan si riconcilia con la TV. Scrive, produce e spesso dirige Six feet under (2001-05), dramma corale sulle vicende di una famiglia proprietaria di un'impresa di pompe funebri. Lo show va avanti per 5 stagioni, vince 6 Emmy e 2 Golden Globe, lanciando gli attori protagonisti e la carriera di regista di Ball, più volte premiato per la sua direzione. Infine nel 2008 crea l'accattivante True blood, serial sexy e sanguinoso tratto da una serie di romanzi sui vampiri.

Al centro dei due macabri telefilm, seppur esplorato da angolazioni diversissime, è il rapporto dei personaggi con la morte. L’ossessione dell’autore ha radici profonde: da bambino Alan ha visto morire la sorella in un incidente d'auto. Da allora, spiega, la morte è una presenza costante nella sua vita, lo accompagna in ogni stanza. E in ogni sua creazione.

Il suo approccio alla scrittura è istintivo. Dotato di un innato senso della struttura, Ball lascia che la trama si sveli a lui poco a poco, accogliendo via via le intuizioni che sente più efficaci. Non delinea a priori l'outline della stagione o le modifiche ai romanzi. Sarebbe un limite al “viaggio di scoperta” che è imprevedibile ed è “l’aspetto più emozionante del processo di scrittura”. Lo svelarsi della storia è un'esperienza quasi mistica.

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