Pro Whedon. La parola alla difesa


Pubblicato su Telefilm Magazine n° 47, gennaio 2009, a conclusione del lungo dibattito su meriti e demeriti di Joss Whedon promosso dai lettori della rivista

Signori della Giuria, sono state dette molte cose contro mio cliente, tirando in ballo la scarsa riuscita del suo primo film e gli ascolti non sempre alti delle sue serie.

Ma un autore non si giudica dalla sua opera peggiore, altrimenti Steaven Spielberg sarebbe solo il mediocre regista di AI. Un autore non si giudica neanche dal calcolo matematico di successi e insuccessi, altrimenti Orson Welles sarebbe semplicemente un fallito.
Un autore, Signori, vale quanto quello che ha lasciato nell'immaginario collettivo. Per questo, Spielberg sarà sempre ricordato come il geniale papà di ET e Indiana Jones, Welles come l'inventore di Citizen Kane e il nostro Joss Whedon come il creatore del Buffyverse.


Whedon ha saputo costruire un mondo ricco di personaggi sfaccettati e in continua evoluzione, legati da relazioni profonde e mutevoli, in cui i confini tra bene e male non sono invalicabili. Un mondo complesso e coerente, capace di vivere anche senza la sua eroina e di migrare in altri media.
Ha creato una protagonista femminile forte, allontanandosi dagli stereotipi sessisti ancora diffusi in cinema e TV, soprattutto nell'horror.
Buffy e il suo mondo hanno conquistato milioni di fan e, come Harry Potter, non saranno dimenticati ora che si è conclusa la loro saga.

Anche perché lasciano un'importante eredità: il rinnovamento dei generi horror e teendrama. Come e più di Kevin Williamson con Scream e Dawson creek, Whedon ha creato l'horror postmoderno e il teendrama postmoderno, uniti in un unico telefilm.

Per questo, Signori della giuria, chiedo di prosciogliere il Signor Whedon da ogni accusa.

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