Casalinghe sull'attenti

Pubblicato su Telefilm Magazine n° 34, Novembre 2007

Cinque donne molto diverse le cui strade non si sarebbero mai incontrate se non avessero tutte sposato dei militari”. Questo il concept di Army wives, l'ultima soap del canale satellitare americano Lifetime, conosciuto per la sua programmazione al femminile. Il produttore esecutivo è Mark Gordon di Grey's Anatomy, una garanzia di qualità. Come lo è la presenza di Catherine Belle di JAG e Kim Delaney di NYPD Blue tra le interpreti. La serie, dopo il successo americano (è in produzione la seconda stagione), arriva a novembre anche da noi su FoxLife.

Torniamo al concept: a dire il vero, si tratta di quattro donne e un uomo, tutti residenti con i loro coniugi, militari di professione, nella base di Fort Marshall, North Carolina.
C'è Claudia (Kim Delaney), moglie rispettata di uno degli ufficiali di più alto grado, che nasconde un segreto sul suo passato. Pamela, ex poliziotta, che affitta l'utero per rimediare ai debiti del marito. Denise (Catherine Belle), casalinga perfetta alle prese con un figlio ribelle e violento. Lo psichiatra, Roland, con la moglie colonnello traumatizzata dall'esperienza in Afghanistan. Infine Roxy, la barista sexy con due figli da due diversi uomini, vero pesce fuor d'acqua alla base, appena sposata ad un giovane soldato dopo soli quattro giorni di frequentazione.

Il gruppetto eterogeneo si forma per caso a un party e si cementa dopo un parto: è il travaglio improvvisato di Pamela sul tavolo da biliardo del bar di Roxy. Dopo quell'esperienza, i cinque resteranno uniti, trovando gli uni negli altri aiuto, conforto, comprensione. Perché la vita nella base non è proprio rose e fiori. Le mogli devono affrontare l'apprensione e la solitudine dell'attesa mentre i loro partner sono in missione. Non solo, ma devono confrontarsi quotidianamente con le regole non scritte e le rigide tradizioni della vita militare. Una vita che hanno scelto per amore, spesso sacrificando la loro carriera per stare vicini ai loro amati. Trovandosi sposati non solo ai loro mariti o alle loro mogli, ma all'esercito degli Stati Uniti.

Lo spunto per la serie viene dal libro di una giornalista che ha davvero studiato cosa vuol dire sposare un militare: “Army Wives: The Unwritten Code of Military Marriage”. Secondo Tania Biank, l'autrice, accanto al codice dei militari c'è un codice implicito che regola le relazioni sociali dei loro familiari. Vivere in una base, insomma, è come trasferirsi in un altro paese di cui devi imparare in fretta leggi, tradizioni, galateo e adeguartici anche se non li capisci o non sei d'accordo. Per il bene del tuo matrimonio.

Ancora casalinghe disperate in TV, quindi. Ma a Fort Marshall non c'è il glamour di Wisteria Lane, né i misteriosi omicidi tra vicini che sconvolgono la vita delle famose casalinghe almeno tre volte al giorno. Army wives evita ogni eccesso e mantiene un approccio realistico, basato su personaggi umani e credibili. Con il conflitto in Iraq sempre in sottofondo, che incombe sul destino dei militari e da alle loro vite ordinarie una dimensione drammatica.

Army wives è l'altra faccia di tanti film e telefilm di guerra, la storia che non viene mai raccontata, in cui non è l'azione a scandire il ritmo ma i sentimenti.

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