Risposte ai problemi della vita, # 10

"The universe may not always play fare but, at least, it's got a hell of a sense of humor"

Carrie Bradshaw, Sex & the City

Baci telefilmici. Part # 2. C'è vita dopo il bacio? Scenari e fantascenari.

Questo nuovo capitolo dedicato ai baci telefilmici, nasce come risposta all'interessante commento di Yuza delle Nuvole sulla mia lista disordinata e alla sua divisione dei telefilm in due categorie a seconda della generosità con cui fanno baciare i loro protagonisti ... o, all'estremo opposto, del sadismo con cui li (ci) fanno attendere per lunghissime interminabili stagioni.


Ecco, io penso che, nei telefilm della 2° categoria, quelli basati sulla sadica attesa, il tanto agognato bacio dovrebbe arrivare nell'ultimo episodio e non un minuto prima. Perché sappiamo che da quel momento niente sarà più lo stesso. Se la serie sopravvive al bacio, le conseguenze possono essere disastrose. Per gli amanti o per gli spettatori. A volte per entrambi.

Scenario 1. E lo fecero felici e contenti: la serie perde la sua tensione sessuale e, con essa, ogni interesse. Vedi Moonlighting nella agonizzante fase post bacio che ha portato alla cancellazione dello show (tuttavia quelli che ricordano il primo appassionato, quasi violento, amplesso tra Bruce Willis e Cybill Shepard sostengono che ne è valsa comunque la pena).

Scenario 2. Il tira-e-molla: gli sceneggiatori sono costretti a inventare motivi sempre più complessi per separare nuovamente i due amanti e replicare in ogni stagione l'attesa del fatidico bacio. Vedi quegli sfigati di Sidney e Vaughn in Alias, stagioni 2 e 3.

Scenario 2bis. Il tira-e-molla isterico, brutta copia del precedente: gli sceneggiatori trovano solo motivi deboli e pretestuosi per separare i due innamorati, rendendo i personaggi nevrotici e insopportabili. Vedi gli investigatori amanti di Remington Steele.

Scenario 3. L'"imborghesimento": gli sceneggiatori si stufano di prolungare la fase tira-e-molla e lasciano gli amanti in una relazione così stabile, equilibrata e sincera che gli stessi due si chiedono se non sono diventati terribilmente noiosi. Vedi Sidney e Vaughn in Alias, stagione 4.

Scenario 4. L'esilio: la serie continua con successo. Ma senza i due amanti. La coppietta, ormai realizzata, va a vivere felice e contenta... il più lontano possibile. Vedi Dr. Ross e Carol di E.R.

Insomma, mi sembra chiaro che a nessuno interessa vedere i propri personaggi preferiti finalmente felici... per più della durata di un bacio. Dopo quel breve, intenso contatto, è necessario troncare immediatamente la serie... o la relazione.
Morale della favola: la felicità è noiosa. Quella degli altri, naturalmente.

...

Eccezione alla regola, un luogo mitico dove le coppiette felici sono le benvenute: Sitcomlandia. L'oasi televisiva degli amanti stabili, la riserva indiana delle relazioni durature e mai noiose. Con la condizione di non lesinare litigi, sotterfugi e bugie, per rompere la monotonia quotidiana.

Un momento, forse è lì che sono finiti il Dr. Ross e Carol, in una villetta suburbana con giardino, marmocchi petulanti e vicini strambi...

Forse è lì che dovrebbero trasferirsi tutti gli amanti telefilmici dopo quell'agognato bacio... La loro unica salvezza si chiama "sitcom".

In questo caso, a giudicare dalla casistica degli amanti qui sopra, da qualche parte in Sitcomlandia deve esserci un intero quartiere abitato solo da coppiette di investigatori privati e agenti segreti.
M
mm, interessante...
... può essere lo spunto per un folle
, grandioso, meta-spinoff?

Desperate Housewives. A volte ritornano.

Non so resistere al richiamo delle casalinghe disperate. E ogni riferimento alla mia vita personale di freelance casalinga con telelavoro è puramente casuale.
Ho guardato la prima stagione con un'eccitazione simile a quella provata nel leggere i primi Harry Potter: l'ansia e il piacere di svelare poco a poco il mistero sulla vita segreta dei vicini.
Mi sono divertita anche con la tanto criticata seconda stagione, non all'altezza della precedente ma così piena di trovate, per quanto tutte assurde e implausibili, da soddisfare il mio appettito serale di storie; ricordo con particolare piacere la caduta di Bree da casalinga perfetta ad alcolista assassina e madre snaturata... aaaah, cosa chiedere di più ad una serata davanti la TV?

Ora, questa terza stagione unisce i pregi delle due precedenti: c'è un giallo centrale intrigante, quello legato a Orson (decisamente più ambiguo e sottile di quello con lo scemo rinchiuso in cantina che faceva proprio horror di serie B) e c'è un'incredibile densità di storie. Solo che stavolta molte di queste storie si richiamano ad avvenimenti e personaggi della prima stagione, quindi non fanno l'effetto di proposte strampalate lanciate lì senza una linea coerente da sceneggiatori a corto id idee per rimpolpare il debole giallo principale.
Così, per la gioia dello spettatore fedele, ieri sera sono tornati nel microcosmo di Wisteria Lane l'inquietante Paul e l'imprevedibile Zack... Coerentemente, visto che i due episodi erano dedicati a un altro ritorno dal passato, quello della (ex?) moglie di Orson. Che, data per morta, sembra tornare dall'aldilà. Come l'ispirazione degli sceneggiatori.

Baci telefilmici memorabili. I ricordi di una telespettatrice frivola. Part # 1

A kiss is just a kiss...” sussurrava la mitica canzone del film Casablanca. Eppure alcuni baci non si dimenticano facilmente. Soprattutto quelli che si fanno aspettare... da migliaia di persone allo stesso tempo. Il bacio che ho in mente è stato il più atteso della TV USA e il più chiacchierato del web per mesi. Comprensibile, quando a baciarsi sono Courtney Cox e Jennifer Aniston. L'approccio tra le due è avvenuto nel tredicesimo e ultimo episodio di Dirt. Le due ex amiche sono in questo caso direttrici di due riviste concorrenti e il bacio è la dolce conclusione di un pranzo di lavoro.
Ma quello che era considerato il piatto forte (e piccante) della stagione telefilmica ci è stato servito sulle nostre TV una settimana fa... nella più totale indifferenza. Colpa di una collocazione nel palinsesto piuttosto infelice: il sabato sera.

Per rimediare, vi propongo un appetitoso assaggio dei baci telefilmici più memorabili. O almeno, di quelli che, per qualche strano motivo, si sono impressi nella mia mente malata...


IL PRIMO. Lisa e Nelson, I Simpson
L'amore è cieco, si sa... e a volte sa essere anche molto sadico! Lisa Simpson lo impara a sue spese quando si prende una cotta, la prima, per Nelson. La bella e la bestia in versione Springfield, la secchiona e il teppista. Lei, come ogni donna, cerca di cambiarlo. Ma alla fine sarà lui a cambiare lei. Lei gli spiega come deve comportarsi un bravo ragazzo. E lui la sistema con un bacio, il primo: “Almeno così sta zitta”. Mai visto niente di più romantico.


IL Più FATICOSO. Sidney e Vaughn, Alias
Le relazioni sul posto di lavoro sono spesso tenute nascoste ai colleghi. Ma quando lavori alla CIA e la tua ragazza fa il controspionaggio, non puoi assolutamente farti vedere in giro insieme a lei, da nessuno. Per questo Sidney e Vaughn, per 30 lunghissime puntate si incontrano in parchi, stazioni, garage e si parlano senza mai guardarsi in faccia, come due passanti capitati lì per caso. Hanno avuto già moltissimi di questi strani, appuntamenti quando finalmente nella seconda stagione i due si baciano. Per concedersi quel primo bacio hanno dovuto distruggere un'organizzazione criminale internazionale volta alla conquista del mondo. E pensare che a noi comuni mortali sarebbe bastata una cena e qualche bicchiere di vino!


IL Più VIOLENTO. Candy e Terence, Candy Candy
Scozia, estate. Riva di un lago pittoresco. Lui è bello e misterioso, ha un look anni '70, con i capelli lunghi e la camicia col collettone. Lei, beh... ha i codini. Sono Terence e Candy. Lui la bacia. Sospensione del tempo, effetti di luce e colori psichedelici. Poi il brusco risveglio. Lei gli da uno schiaffo: è una ragazza perbene. Lui ha la risposta pronta: glielo restituisce. Lei ha l'ultima parola: gliene da un altro. E' l'inizio di un grande amore.


IL Più DISGUSTOSO. Charlotte e un single di NY, Sex and the city
Charlotte non è nuova ai primi appuntamenti e sa che in questi casi si rischia grosso: non la vita... ma la dignità! Questa volta la sintonia con il nuovo partner sembra perfetta e tutto fila liscio, fino al momento del bacio. Se così possiamo chiamare le leccate che il giovanotto dispensa generosamente su mento e guance della poverina. Tutti pensiamo che Charlotte abbia un visino dolce, ma andiamo! L'unica consolazione è riderci su con le amiche il giorno dopo. E gettarsi lo spiacevole ricordo alle spalle con un bel Cosmopolitan.


IL Più HOLLYWOODIANO. Izzie e Karev, Grey's Anatomy
Cosa vuol dire se mentre siete al bar a bere una birra con gli amici arriva l'uomo che vi fa battere il cuore, vi prende tra le braccia e vi bacia con passione, con tanto di casquet? Che avete visto troppi film e ora siete persi nei vostri sogni più segreti e fuori moda. O che avete bevuto qualche pinta di troppo. Oppure che siete i personaggi del serial medico più seguito del momento. Sembra impossibile tanto romanticismo dopo una giornata piena di sangue, malattie e morte. O forse è proprio questo che spinge a vivere intensamente. Quando Karev afferra Izzie e la bacia non sappiamo ancora degli innumerevoli, sfiancanti tira-e-molla a venire tra i due nel corso della serie che ci faranno rimpiangere (o maledire) questo momento. Così ci godiamo una meritata pausa tra una lagna di Meredith e un'amputazione con questo classico, anche se provvisorio, lieto fine hollywoodiano.


TO BE CONTINUED...


Risposte ai problemi della vita, # 9

"Aren't we forgetting the true meaning of Christmas? You know, the birth of Santa".

Bart Simpson, I Simpson

Gossip Girl. La vostra unica fonte sugli scandali dell'élite di Manhattan

I simpaticissimi protagonisti di Gossip Girl


Pubblicato su Telefilm Magazine n° 35, Dicembre 2007


Sono belli, ricchi, affascinanti, hanno scarpiere più grandi di casa vostra, mangiano caviale a colazione, bevono champagne in limousine mentre vanno al party più in della città. Non sono star di Hollywood, ma liceali dell'aristocrazia di Manhattan. E sono i protagonisti di Gossip Girl. La soap, liberamente tratta da una popolare saga letteraria (ben 11 romanzi), ha debuttato a settembre sugli schermi americani. Gli autori sono Josh Schwartz e Stephanie Savage, i genitori di OC, che ci regalano un altro teen drama incentrato su amori, intrighi e amicizie dei ragazzi dell'upper class americana.


Lasciamo l'Orange County per la costa est, precisamente il lato est del Central Park, quello più esclusivo. La nostra guida nel microcosmo dell'Upper East Side è la misteriosa e onniscente Gossip Girl che annota segreti, bugie e scandali dei suoi coetanei blasonati sul suo seguitissimo blog: appena un petegolezzo è online, in pochi secondi è già sui cellulari, e sulle bocche, di tutti. Non conosciamo l'identità di Gossip Girl, ma è lei che introduce e commenta ogni episodio. Attraverso la familiare voce di Kristin Bell, qui in un ruolo a metà tra l'investigatrice Veronica Mars e l'antropologa di Manhattan Carrie Bradshaw.


Tutto ha inizio con un nuovo post: “Serena is back”. Tanto basta per far vacillare il fragile equilibrio del regno di Manhattan. La party girl più scatenata della città è tornata dopo una misteriosa assenza lunga un anno. La sua ex migliore amica Blair, che ha preso il suo posto come imperatrice del clan, non intende retrocedere, né perdonarla per il suo immotivato abbandono. La regina di un tempo è ora un outsider. A complicare il tutto c'è anche Nate, fidanzato di Blair fin dall'asilo ma innamorato perdutamente di Serena. E' l'inizio di una guerra senza esclusione di colpi.


Alla corte di Blair, svariate lacchè adoranti e il perfido Chuck, il suo più fedele alleato: un rampollo viziato e assatanato che partecipa alle trame contro Serena con lo stessa passione con cui salta addosso a ogni ragazza che incontra. Nei loro momenti peggiori, Blair e Chuck ricordano il diabolico duo di Le relazioni pericolose, già rivisitato in chiave moderna e riambientato tra i ricchi teenager newyorchesi in Cruel intentions. Come la Marchesa De Merteuil e il Visconte di Valmont, anche Blair e Cuck sono intenti a tramare piani di vendetta dei nemici e conquista delle prede. Chuck però è meno sofisticato di Valmont e non seduce con la dialettica e l'inganno, ma con la ricchezza e la potenza del suo nome. Quando non riesce, poi, tenta addirittura lo stupro.

Dall'altro lato della barricata: Serena, misteriosamente cambiata. Tornata in città per accudire il fratello che ha tentato suicidio, sembra più interessata ai rapporti umani che non allo status sociale. Tanto che osa degnare della sua attenzione un ragazzo estraneo al suo giro altolocato.


Nel prestigioso liceo, infatti, ci sono anche due outsider (oddio, chi li ha fatti entrare?! Sicurezza!). Sono Dan e Jenny, fratello e sorella che arrivano – orrore! - da Brooklyn e non vantano abiti firmati ne imperi finanziari. Se vi viene in mente Veronica Mars e il suo liceo frequentato da ricchi rampolli dell'aristocrazia... scordatevelo, perché qui non siamo a Neptune: questa è Manhattan, capitale del mondo, e tutto qui si fa in grande: gli ousiders vivono in un loft e sono figli di una rockstar. Dan è innamorato di Serena. Jenny della vita patinata dei suoi compagni. I due ci ricordano Brendon e Brenda di Beverly Hills 90210: due bravi ragazzi, onesti e intelligenti, che vorrebbero entrare nel giro cool, ma non sono disposti per questo a dimenticare i valori con cui sono stati cresciuti.


Piuttosto ironicamente, infatti, il papà rockstar è un genitore modello. Altro che sesso droga e rock and roll! Il chitarrista si rivela l'unico genitore maturo e affidabile, una vera guida morale per i figli.

Nell'East Side, invece, i genitori non offrono comprensione né elargiscono consigli, ma complicano la vita dei figli con aspettative di guadagno e obblighi sociali, interferendo pesantemente nelle loro scelte di vita. Quando hai un impero da ereditare, sono i tuoi genitori a scegliere cosa indosserai il sabato sera e con chi pranzerai la domenica mattina; già che ci sono, decideranno anche con chi potrai avere una relazione. Tutto questo, naturalmente, se non hanno ancora abbandonato la famiglia per un amante più giovane.


Insomma, nel mondo dorato e luccicante di Gossip Girl, c'è la giusta (over)dose di infelicità, tradimento, violenza, aspirazioni suicide, famiglie distrutte, matrimoni senza amore. Che serve, secondo una ben collaudata ricetta, a smorzare la nostra invidia per la ricchezza degli eroi sullo schermo. A consolare noi spettatori del nostro infinitamente più modesto status sociale. Questo telefilm, come molti altri prima di lui, ci mostra che la ricchezza ha un prezzo da pagare. E molto spesso, come dice Chuck, “happiness is not on the menu”.


Già, la felicità... Ai protagonisti di Gossip Girl manca la spensieratezza dell'adolescenza. Blair, Serena, Nate e Chuck frequentano il liceo ma a parte questo si comportano come adulti. Bevono martini al Palace e si preoccupano di reputazione, successo, potere. Molto diversi dai loro “cugini” di OC. Sicuramente più glamour, più perversi, più imprevedibili. Ma meno credibili.

Certo, con loro non ci si annoia mai: la trama ha un buon ritmo, non mancano i colpi di scena (come potrebbero con GG al lavoro?). Ma a volte non sembra di assistere a un teen drama quanto a Dynasty con attori più giovani. O allo spinoff di Dirty sexy money con i nipoti di Donald Sutherland. Nella soap di Schwartz, assistiamo ad analoghi intrighi di famiglie ricche e potenti, solo che stavolta i riflettori sono puntati sulla nuova generazione. I nostri giovani eroi, e antieroi, dell'Upper East Side, invece di studiare, innamorarsi, disperarsi, sognare, fare festa come i ragazzi di Orange County, Beverly Hills, Capeside, organizzano strategie, alleanze clandestine e piani di vendetta.

Difficile per gli spettatori immedesimarsi in loro. Ma altrettanto difficile non restarne intrigati.

Risposte ai problemi della vita, # 8

"I am tired of being married to your penis"

Charlotte, Sex & the City

Casalinghe sull'attenti

Pubblicato su Telefilm Magazine n° 34, Novembre 2007

Cinque donne molto diverse le cui strade non si sarebbero mai incontrate se non avessero tutte sposato dei militari”. Questo il concept di Army wives, l'ultima soap del canale satellitare americano Lifetime, conosciuto per la sua programmazione al femminile. Il produttore esecutivo è Mark Gordon di Grey's Anatomy, una garanzia di qualità. Come lo è la presenza di Catherine Belle di JAG e Kim Delaney di NYPD Blue tra le interpreti. La serie, dopo il successo americano (è in produzione la seconda stagione), arriva a novembre anche da noi su FoxLife.

Torniamo al concept: a dire il vero, si tratta di quattro donne e un uomo, tutti residenti con i loro coniugi, militari di professione, nella base di Fort Marshall, North Carolina.
C'è Claudia (Kim Delaney), moglie rispettata di uno degli ufficiali di più alto grado, che nasconde un segreto sul suo passato. Pamela, ex poliziotta, che affitta l'utero per rimediare ai debiti del marito. Denise (Catherine Belle), casalinga perfetta alle prese con un figlio ribelle e violento. Lo psichiatra, Roland, con la moglie colonnello traumatizzata dall'esperienza in Afghanistan. Infine Roxy, la barista sexy con due figli da due diversi uomini, vero pesce fuor d'acqua alla base, appena sposata ad un giovane soldato dopo soli quattro giorni di frequentazione.

Il gruppetto eterogeneo si forma per caso a un party e si cementa dopo un parto: è il travaglio improvvisato di Pamela sul tavolo da biliardo del bar di Roxy. Dopo quell'esperienza, i cinque resteranno uniti, trovando gli uni negli altri aiuto, conforto, comprensione. Perché la vita nella base non è proprio rose e fiori. Le mogli devono affrontare l'apprensione e la solitudine dell'attesa mentre i loro partner sono in missione. Non solo, ma devono confrontarsi quotidianamente con le regole non scritte e le rigide tradizioni della vita militare. Una vita che hanno scelto per amore, spesso sacrificando la loro carriera per stare vicini ai loro amati. Trovandosi sposati non solo ai loro mariti o alle loro mogli, ma all'esercito degli Stati Uniti.

Lo spunto per la serie viene dal libro di una giornalista che ha davvero studiato cosa vuol dire sposare un militare: “Army Wives: The Unwritten Code of Military Marriage”. Secondo Tania Biank, l'autrice, accanto al codice dei militari c'è un codice implicito che regola le relazioni sociali dei loro familiari. Vivere in una base, insomma, è come trasferirsi in un altro paese di cui devi imparare in fretta leggi, tradizioni, galateo e adeguartici anche se non li capisci o non sei d'accordo. Per il bene del tuo matrimonio.

Ancora casalinghe disperate in TV, quindi. Ma a Fort Marshall non c'è il glamour di Wisteria Lane, né i misteriosi omicidi tra vicini che sconvolgono la vita delle famose casalinghe almeno tre volte al giorno. Army wives evita ogni eccesso e mantiene un approccio realistico, basato su personaggi umani e credibili. Con il conflitto in Iraq sempre in sottofondo, che incombe sul destino dei militari e da alle loro vite ordinarie una dimensione drammatica.

Army wives è l'altra faccia di tanti film e telefilm di guerra, la storia che non viene mai raccontata, in cui non è l'azione a scandire il ritmo ma i sentimenti.