Jason Gideon: profilo di un profiler

Pubblicato su Telefilm Magazine n°30, Giugno 2007
... e scritto sforzandomi di non stroncare Criminal Minds.

NOME: Jason Gideon
GRADO: Agente speciale capo, FBI
DIPARTIMENTO: Unità Analisi Comportamentale di Quantico, Virginia
TELEFILM: Criminal Minds

Non fatevi trarre in inganno dal distintivo, spazzate via tutti gli stereotipi che vi vengono in mente al sentire le tre lettere F, B, I. Jason non è un poliziotto come gli altri. Non lo vedrete lottare corpo a corpo con un delinquente, ma neanche alla scrivania a riempire scartoffie. Non è il tipo che entra con la pistola alzata a perlustrare case sospette. Ha una pistola, sì, ma la sua arma più efficace è un'altra. Perché il suo terreno di gioco è un posto molto più misterioso e pericoloso delle strade di LA... la mente umana. E in questi casi lui sa che “l'arma più mortale che abbiamo è un accurato e approfondito profilo psicologico”.
Gideon è a capo della Behavioural Analysis Unit (Unità Analisi Comportamentale), insomma è “uno di quelli che guardando la scena del crimine ti sa dire che tipo di shampoo usa il killer”. Noi di TFM non arriviamo a tanto ma dopo trenta episodi di Criminal Minds, pensiamo di aver imparato qualcosa della materia. Proviamo allora a superare il maestro e tracciare il profilo del profiler, per cercare di capire chi è Jason Gideon. In questa ricerca, avremo come modello i profili degli agenti più conosciuti del piccolo schermo.

Il suo più noto collega e primo termine di paragone per ogni poliziotto di oggi è Gil Grissom di CSI. Entrambi basano le indagini su una grandissima attenzione al dettaglio. Dare senso a segnali sparsi è il loro mestiere: a chi possiede gli strumenti giusti, questi dettagli apparentemente ininfluenti forniscono una visione chiara della vicenda. Ma gli indizi su cui si basa Gideon non sono tangibili, misurabili, come in CSI: niente briciole, capelli, sangue, pallottole, ma l'impalpabilità e ambiguità di emozioni e comportamenti umani. Qui non siamo in un mondo di dati univoci, scienza e tecnologia possono arrivare solo fino a un certo punto. Perché Gideon si muove in un territorio invisibile. In cui è difficile individuare la pista da seguire. Ha il suo staff specializzato, come Grissom, ma l'unica bussola per venirne fuori è la sua stessa mente. Quando il software resiste a ogni crackaggio, “devi entrare nella testa di quel tipo per ottenere la password”.
L'indagine assume allora per Jason Gideon i contorni di una sfida personale: due cervelli a confronto. Una mente brillante contro una mente deviata, spesso malata trattandosi di serial killer. Intelletto contro violenza bruta. Razionalità e logica contro istinti incontrollabili. Due mondi opposti, due aspetti dell'uomo agli antipodi, eppure entrambi umani. Due estremi umani ben esemplificati nella serie dal contrasto tra le citazioni colte dell'agente speciale e la violenza efferata del killer.

A questo proposito, c'è un altro poliziotto che ci aiuta a definire il nostro eroe... in negativo: è Vic Mackey di The Shield. Ovvero, la perfetta antitesi di Gideon. Il capo della squadra d'azione di i Los Angeles è fisico, impulsivo, violento, sopra le righe; il suo motto “strike hard, strike fast”. Il nostro agente speciale, al contrario, è un intellettuale, cerebrale, un uomo di pensiero che ci illumina con le sue citazioni, ci sorprende con le sue intuizioni.
Mackey è muscoli e fegato, Gideon è cervello. Se Vic è definito dal suo capo un “Al Capone col distintivo”, potremmo chiamare Jason “un professore di Oxford col distintivo”: colto, riservato, sa tutto ma dice solo il necessario.

Il suo collega più prossimo è forse il suo coetaneo Jack Malone di Senza Traccia, capo del dipartimento persone scomparse dell'FBI. Entrambi alla guida di una squadra di agenti specializzati, sia Malone che Gideon raccolgono indizi per stilare un profilo psicologico. Ma uno è interessato a quello della vittima, l'altro a quello del carnefice.

Gideon lavorerebbe bene anche al fianco di Brenda Johnson di The Closer: il confronto interpersonale è il loro campo di battaglia, le capacità introspettive le loro armi. Analisi chimiche, database, tabulati telefonici, telecamere a circuito chiuso di Grissom restano in secondo piano. Gli uomini, i poliziotti, sono gli unici in grado di decifrare le informazioni incomplete e contraddittorie emerse negli interrogatori. Per far questo hanno come strumenti la psicologia e la comunicazione, le capacità cioè di capire le persone e di trattare con loro in modo da ottenere le informazioni necessarie e spingerli verso determinate azioni. Ma, a differenza di Brenda, l'abilità di Gideon si dimostra anche svincolata dal confronto faccia a faccia. Il nostro Jason non ha neanche bisogno di interrogare il sospetto per capirne età, classe sociale, abitudini sessuali... e, perché no, gusto di gelato preferito e se gli piacciono le acciughe sulla pizza (a volte pensiamo che Gideon abbia qualche superpotere: ma come fa?!?).
Se per lavoro Gideon e Brenda devono saper leggere e gestire le emozioni del prossimo, quest'ultima nella vita privata ha un bel da fare con le proprie: è scostante con il fidanzato, ha paura del giudizio della madre, si costringe a una dieta priva di zuccheri per poi abbandonarsi di nascosto al piacere proibito di una fetta di torta... Al contrario non vediamo Gideon arrovellarsi così palesemente in questioni sentimentali o situazioni emotive scomode: sembra pura razionalità, immune alle emozioni. Certo anche lui ha i suoi problemi, sappiamo dal primo episodio che ha sofferto un grave esaurimento nervoso a seguito di una azione da lui gestita e terminata in tragedia con la morte di sei colleghi. Ma non molto traspare di quel periodo nei suoi modi . Anzi, quell'uomo sembra non avere evidenti punti deboli: non ha le manie di Monk o i tic del tenente Colombo, né le incertezze e la lotta interiore tra impulsi opposti di Brenda. Non ha certamente i vizi di Mackey, ma neanche la sobria umanità di Jack Malone, al quale ci affezioniamo gradualmente, man mano che ne conosciamo le situazioni familiari e sentimentali. Non ha neanche un hobby che ci fornisca qualche indizio in più, come la fissazione con gli insetti di Grissom. Gideon si tiene tutto dentro. Le sue emozioni sono ben nascoste sotto la perenne espressione concentrata. Non si espone mai. Preferisce parlare con le parole di famosi scrittori e filosofi del passato. L'uomo in grado di risolvere ogni caso rimane un mistero per noi. Citando Gideon che cita Emerson: “La chiave di un enigma è un altro enigma”. Così anche davanti ai più efferati delitti e mostruosità lo vedremo lucido e impassibile. Se il Clint Eastwood degli spaghetti western era noto per avere due espressioni, con cappello e senza cappello, Gideon ne ha due anche lui: con distintivo e senza distintivo. Ma forse noi spettatori non abbiamo ancora appreso abbastanza nozioni di scienza del comportamento per tracciare il profilo psicologico definitivo di Jason Gideon. Scopriremo mai qualcosa di più su di lui? Non ci resta che continuare a guardare Criminal Minds...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

beh, ci sono alcune cosette da chiarire: gideon è appassionato di ornitologia :) e poi è mooolto umano, ha un grado di empatia impressionante e alcune viste l'abbiamo visto emozionarsi... non è poi così tanto un enigma :)

Anonimo ha detto...

Sono completamente d'accordo sulla prima parte di questo "Profilo" mentre sulla seconda assolutamente no. Gideon è molto umano. Si affezziona a tutta la squadra, soprattutto al dr.Reed a cui fa quasi da padre. Durante i casi mostra dei sentimenti quali rabbia(molto raramente), sconforto e pietà. E' sempre molto attento a ciò che succede ai suoi colleghi e cerca di aiutarli in ogni modo. Ha anche le sue passioni. Come è stato detto prima, è appassionato di ornitologia e gioca spesso a scacchi. Certo non avrà tic o turbe d'amore, ma è molto vulnerabile quando si tratta di sensi di colpa. Forse sono un po' di parte essendo questo il mio personaggio preferito, ma penso di conoscere abbastanza bene l'enigma Gideon da essere sicura di ciò che ho scritto.